Singing when you’re winning

Stoke, 13 gennaio 2016; Stoke City-Norwich City

Un modo di dire inglese piuttosto appropriato è “mettere la città sulla mappa”. Si riferisce a luoghi che sono diventati in qualche misura noti grazie a un’eccellenza particolare, al contrario di migliaia di altre località che vivono da secoli tranquille esistenze all’insaputa del mondo. Al centro dell’Inghilterra, Stoke rientra in qualche modo tra i posti che hanno trovato spazio sulla mappa. Il cuore urbano è composto da una stazione ferroviaria, un paio di vie di un ipotetico centro, un mall poco oltre il ponte dell’autostrada e un paio di pub. Non fosse per la produzione di ceramiche e soprattutto un club calcistico che da un centinaio di anni fa sponda tra le principali serie della Football League, di sicuro in pochi sarebbero a conoscenza dell’esistenza.

Chiamarla città è di per sé un’esagerazione. Il comune è diviso in sei quartieri, che sono centri urbani minori tutti a sé stanti: Burslem, Fenton, Hanley, Longton, Tunstall e appunto Stoke. A metà strada tra Manchester e Birmingham, si è sviluppata in epoca vittoriana grazie alle ceramiche. Al Gladstone Pottery Museum viene mostrato come i vasai lavoravano e vivevano durante l’Ottocento, durante il quale è stata costruita la stazione ferroviaria, a suo modo bellissima, in mattoni e reminiscenze che riportano direttamente all’Inghilterra vittoriana. In un contesto da non-luogo si trova anche lo stadio in cui il City gioca. Con un velo di tristezza, da un decennio ha sostituito il meraviglioso Victoria Ground, che era stato utilizzato dal 1878 fino al 1997. In un Regno Unito che cambia, tutto sommato nel nuovo impianto non si è persa del tutto l’atmosfera ruspante del precedente.

La partita dello Stoke contro il Norwich City si disputa in una serata gelida. Tra le differenze di oggi della Premier e la serie A è che dalle nostre parti sulle tribune col termometro sottozero ci sarebbero quattro gatti. Invece al Britannia Stadium i paganti arrivano a quota 27.274, che è tutto dire. Senza il nazionale svizzero Shaqiri ma con Arnautovic, Bojan e van Ginkel (tutti presunti scarti del campionato italiano) col passare dei minuti gli ospiti vengono regolati, anche perchè O’Neill – dei canaries – nel frattempo era impazzito, regalandosi un’espulsione per un’entrata assurda su Affellay dopo mezz’ora di gioco. Nella ripresa poi i padroni di casa vanno a segno tre volte, con lo spagnolo Joselu e un’autorete a cancellare il momentaneo pari di Howson. Il Norwich, sulla cui orribile divisa da gioco pure ironizzano i radiocronisti della BBC Radio – glorificando quel sense of humor che in Italia, per il calcio, a quei livelli non sarebbe apprezzato – cede le armi tra gli applausi per Peter Crouch, che fa una comparsata nel finale.

Finisce tra applausi e musica: non quella di Robbie Williams, di sicuro. Nato a Stoke, è di gran lunga il personaggio più noto della città che grazie a lui e ai Take That è entrata di diritto sulla mappa della musica pop mondiale. La mancata opportunità per il City è che il cuore del cantante di “Millenium” e “Singing when you’re winning” – titolo ispirato da un coro da stadio –  batte per il Port Vale, l’altra compagine cittadina nonché rivale locale. L’aspetto positivo è però che, nelle stesse condizioni, in Italia l’ipotetica popstar Roberto Guglielmo nata a Cremona, o a Bari oppure Brescia sarebbe stata ostentatamente milanista, interista o  juventino. Invece Robbie adora il piccolo Vale. Com’è che si dice in inglese? Ah, sì: support your local club.

Paolo Sacchi

(foto BBC)

stoke

Stoke City 3-1 Norwich City

Marcatori: Walters 49,Joselu 67, Bennett (og) 78;  Howson (N) 55

 

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.