A Carnevale ogni Forest vale

Genova, 6 febbraio 1985, Genoa-Nottingham Forest

La possibilità di incontrare dal vivo Brian Clough ad una partita del Torneo di Viareggio è inversamente proporzionale all’ingenuità di un teenager. All’arrivo a Marassi della formazione primavera – o comunque under-21 – del Nottingham Forest, impegnata nel primo turno della Coppa Carnevale 1985, controllo con cura chi scende dal pullman con la speranza di incrociarne il volto. Dell’allenatore di Derby County e soprattutto Forest, personaggio straordinario di cinque decadi del calcio inglese, non ne scorgo neppure l’ombra. Infatti non c’è. E ne ha ben donde: con tutti gli impegni in calendario, sarebbe stato veramente clamoroso che il tecnico della squadra due volte campione d’Europa, impegnata nel campionato inglese in quella settimana, si fosse fatto una gita a Genova per la prima partita di un torneo, che per quanto prestigioso, non sposta gli equilibri del calcio mondiale..

La presenza della squadra di Nottingham valorizza ulteriormente questa edizione della Coppa viareggina, tanto da decidere di far disputare la partita con il Genoa – finito nello stesso gruppo eliminatorio – proprio a Marassi in un giorno infrasettimanale e dunque consentendomi, terminata la scuola, di andare direttamente allo stadio a gustarmi le riserve e i giovani della formazione qualche anno prima protagonista in patria e nel continente di trionfi memorabili. Del Genoa primavera di quel giorno – rovistando tra la memorabilia dell’epoca e qualche scarabocchio – riemerge la presenza di due attaccanti che non sfonderanno ad alto livello pur avendo buoni mezzi – Mariano e Ferraris – un libero (Sbravati) che in compenso diventerà responsabile del settore giovanile del club, e Picasso, centrocampista che arriverà in A con altre maglie. La maglia rossa del Forest, griffata Adidas e sponsorizzata Skol, provoca un piccolo grande sussulto, pur composta da molti sconosciuti. Tranne uno, che per colore della pelle e posizione in campo è identificabile in Franz Carr. La partita scivola via, col Genoa che regola gli ospiti per due a uno in un pomeriggio soleggiato e uno stadio che ha pure un discreto colpo d’occhio. Ovvero: un numero di spettatori valutabile in qualche migliaio oggi lo si faticherebbe a raggiungere per una partita di Coppa Italia. Curiosamente la relazione tra il mito Clough e il buon Carr, tanta corsa e poca tecnica, vedrà la coppia protagonista di un paio di situazioni a metà strada tra la leggenda e la verità. Si narra che il padre di Carr infilerà un calzino biancorosso in bocca al tecnico, per rappresaglia dopo alcune critiche rivolte verso il figlio in conferenza stampa per la mancata firmato sul nuovo contratto. Oppure quando – anche se il giocatore negherà – Clough lo avrebbe chiuso nello sgabuzzino dopo una partita non particolarmente brillante. Nell’inimitabile stile dell’allenatore reso celebre anche tra i non addetti dal libro e relativo film “Maledetto United“,  il “miglior colpitore di bandierine del corner”, Clough ironizzerà pure sulle sue scarse capacità realizzative, una battuta che non pregiudicherà a Carr una discreta carriera in patria e addirittura una comparsata in Italia nella Reggiana, nel decennio successivo a questa, indimenticabile probabilmente solo per chi scrive, partita nel Torneo di Viareggio.

Paolo Sacchi

Genoa-Nottingham Forest 2-1

Marcatori: Mariano, Ferraris, autorete

 

 

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.