Dis-ordine professionale

Pochi giorni fa, durante Alessandria-Livorno, partita di serie C, un giornalista seduto nel settore riservato alla stampa ha dato del “negro” ad un giocatore e definito “alluvionata” la formazione ospite. Un atteggiamento deprimente, da qualunque punto di vista lo si possa guardare. Se vogliamo, ancor di più quando parole così sgangherate e volgari arrivano dal settore riservato ai professionisti della comunicazione, in una delle più romantiche tribune d’Italia. Tristissimo, davvero.

Non troppi giorni prima, in un programma di una tv regionale dedicato al calcio, che si autodefinisce satirico, una conduttrice ha annunciato che dalla trasmissione successiva sarebbe andata in video con le “tette rifatte” e ha informato d’esser tornata sentimentalmente libera. In preda all’entusiasmo, ha voluto purtroppo strafare, concludendo l’excursus con un appello: “Mi raccomando, uccelli venite!”, in una sorta di invito scherzoso (ehm) verso gli uomini a farsi avanti. Si sa che la rete viaggia veloce, amplifica la visibilità e soprattutto è crudele. Le immagini della giornalista e della sua doppia pseudo-battuta hanno trovato pane per i denti aguzzi di certi navigatori dei social che non aspettavano altro. Così le critiche di chi ha storto la bocca per quella (inconsapevole) mancanza del senso della misura, forse per la smania di far ridere o attirare l’attenzione, come in una sorta di crudele contrappasso sono state superate dalle volgarità assortite di chi ha messo alla berlina la conduttrice, pubblicando commenti umilianti e grevi sulle pagine social tali da dover costringerla a bloccare il suo profilo.

C’è un limite al trash e alla goliardia? E all’inconsapevolezza? Cos’è la professionalità? Capita a tutti di tamponare ma, per possa valere poco, chi ha un tesserino si presuppone dotato di una sorta di sesto senso che gli consente di tirare il freno a mano prima di scivolare sul piano dell’educazione e della capacità di evitare sfondoni nell’interpretare la realtà. Già a volte è imbarazzante incrociare post strampalati, invettive e notizie inverosimili pubblicate in rete non da mitomani ma da giornalisti iscritti all’Ordine, come se il decoro o l’intelligenza valessero giorni alterni. Situazioni in cui ci sotterreremmo solo al pensiero, topiche magari non eclatanti ma su cui certi responsabili editoriali talvolta chiudono gli occhi, a volte per buonismo, senza immaginare i danni collaterali. La sensazione è che una volta persa la stima, si perde anche l’autorevolezza. Vale per tutti, a partire da parte di chi legge o guarda, ma non solo.

Chissà. Nel frattempo, complimenti all’Alessandria Calcio, evidentemente vittima delle circostanze, per l’immediata censura su quanto avvenuto al Moccagatta.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.