Giornalismo, carta stampata, informazione digitale, ma anche televisione, radio e soprattutto strategia di un gruppo mediatico importante ed autorevole come quello della testata che dirige, il Corriere del Ticino, sono stati gli argomenti che Paride Pelli ha presentato al Festival del Giornalismo di Verona.
Nel corso del suo intervento sono emersi contenuti estremamente interessanti e per certi versi insoliti per una platea italiana. Il Direttore ha spiegato le caratteristiche, le eccellenze e le peculiarità della Svizzera e il Canton Ticino, per paradosso talvolta poco note a chi vive a sud di Chiasso, nonostante la relativa distanza chilometrica dal nostro Paese. In particolare, quelle legate ad un territorio accomunato all’Italia da una lingua comune e un retroterra culturale affine ma talvolta, come nel campo della comunicazione, che presenta dinamiche che accentuano le differenze tra le due realtà.
“La grande sfida per il Corriere del Ticino è rinnovare e rinnovarsi – ha sottolineato Pelli – pur con 130 anni di storia alle spalle. Solo tre anni fa abbiamo introdotto il paywall. All’inizio abbiamo perso 80% traffico poi abbiamo tenuto duro e oggi è tra i più diffusi per popolarità e lettura. Bisogna fare delle scelte rischiose: la nostra è stata quella di non puntare sul click ma sull’abbonamento. La nostra grande fortuna, che ci ha salvato nei momenti difficili, è il fatto che Il Corriere del Ticino ha alle spalle una società di famiglia e oggi è il gruppo mediatico più importante della Svizzera italiana.”
Insomma, quel che è stato evidente nel corso della serata è che nel mondo dei media da Lugano possiamo cogliere dinamiche ed esempi virtuosi a cui potersi realmente ispirare, nell’ottica di un futuro complesso in cui saranno fondamentali strategie, la valorizzazione della qualità dell’informazione ma anche saper valutare la fruizione delle notizie da parte dell’utenza e le dinamiche che ne conseguono.