La diversità di Galeazzi

Giampiero Galeazzi dal vivo lo abbiamo incrociato soltanto una volta. Indelebile il ricordo: era il giorno in cui nel 1983 la Roma a Genova conquistava matematicamente il suo secondo scudetto. Eravamo ragazzini, intrufolati in campo come tanti all’apertura dei cancelli al fischio finale della partita. Impossibile non scorgere la sua figura, con quel fisico da atleta olimpionico che si ritrovava.

Visto alla tv, Galeazzi è stato uno dei più brillanti giornalisti sportivi dell’epoca, tra gli anni Ottanta e Novanta. Non aveva la cifra di Beppe Viola, per intenderci, ma era un brillante innovatore. Alla “romana”, se vogliamo e se ci passate l’aggettivo.

Simpaticamente cialtrone nella professionalità, competente ed efficace nella modalità di interazione con i protagonisti delle nostre domeniche calcistiche. In grado di stabilire una immediata empatia dalla relazione rispetto ai più sobri colleghi. Campione italiano di canottaggio poi voce dei trionfi a cinque cerchi dei mitici fratelli Abbagnale, di cui echeggeranno per sempre le sue appassionate telecronache, nella seconda parte di carriera, quando i problemi fisici lo trasformeranno in Bisteccone, per quanto meno brillante si è trasformato in un’icona tv amatissima per paradosso dal pubblico generalista. 

Penalizzata dalla malattia, la carriera è proseguita oltre i panni di inviato e poi conduttore di “90° Minuto”. Perciò preferiamo ricordarlo quel giorno ad inseguire e abbracciare Liedholm, come poi avrebbe fatto con Maradona, Bagnoli e il Verona a festeggiare sotto le docce degli spogliatoi di Bergamo, e tanti altri miti del calcio che fu, tra gavettoni e battute scherzose. Come quel pomeriggio di Marassi. Un’atmosfera e un mondo che non torneranno più.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.