La ripartenza del turismo è in cammino.

Il settore del turismo vive settimane intense proiettato alla ripartenza. Anche a piedi, come raccontano lo scrittore Fabrizio Ardito, specializzato nei “cammini” e Gianluca Ortali, gestore di un agriturismo

Dove e come si andrà in viaggio nel 2020? Gli italiani amano fare la valigia e la voglia di partire non manca affatto. Le opportunità stanno potenzialmente tornando. Sono settimane intense per il mondo del turismo: il settore sta chiedendo a gran voce, nelle sedi politiche e nelle piazze, una maggior attenzione da parte delle istituzioni. I segnali incoraggianti non mancano e non riguardano solo gli effetti del contenimento del coronavirus che, peraltro, contribuiscono a incentivare la positività di tutti, agenti, operatori, albergatori. Ma soprattutto viaggiatori, che guardano lontano ma anche vicino.

A “Succede alle 31” ha esplorato una formula di viaggio per certi versi primordiale. I piedi sono il più antico mezzo di trasporto utilizzato dall’umanità. Il “cammino” negli ultimi decenni ha visto una crescita degli appassionati. Nella puntata dedicata al turismo, il gemellaggio con la libreria Gulliver di Verona ha portato sullo schermo Fabrizio Ardito, tra i più noti autori italiani di libri sul tema. Già protagonista di una affollatissima presentazione del suo Come sopravvivere al Cammino di Santiago in epoca precedente al Covid-19, dei suoi viaggi in cui «pensa, fotografa e poi, la sera, nell’ostello, scrive», ha raccontato le sue esperienze animate dal passo dei suoi piedi nel Monte Athos, in Umbria, in Calabria fino alla sua nuova creatura Le vie di Francesco. Camminare è una moda? «Se lo è, è nell’accezione migliore» ha inteso precisare lo scrittore-camminatore in una chiacchierata che ha coinvolto Luigi Licci, patron della specializzata libreria veronese. «Fare una vacanza camminando è diventata una passione per un numero sorprendente di persone, soprattutto in Europa. Il capostipite è stato quello di Santiago ma anche in Italia possiamo garantire percorsi di grande fascino, come la via Francigena e quello sulle orme e nei luoghi di Francesco. Anche se di nascita ed evoluzione più recente, sta riscontrando un grande successo». Il viaggio a piedi non rappresenta solo turismo. «Camminare è anche un modo di vivere. È una vacanza in cui si apprezza la bellezza della natura e di un territorio. Ma soprattutto si trascorre il tempo con sé stessi. Rappresenta una delle meraviglie del viaggio a piedi. Si ha tantissimo tempo per pensare e riflettere. Numerosi grandi scrittori e scienziati hanno sostenuto che camminare li ha aiutati a ritrovare ispirazioni e la concentrazione. Sono molte le persone che, durante la tappa in ostello, prendono l’agendina, carta e penna e si mettono a scrivere, proprio come me. Sul piano intellettuale, non credo esistano esperienze stimolanti come camminare.»

Il Cammino di San Francesco

Una delle leve del successo è stata quella religiosa: un elenco che comprende Compostela, il Monte Athos, la via Francigena. «I pellegrinaggi hanno avuto il merito di far conoscere questo tipo di esperienza. Nella riscoperta dei cammini l’aspetto religioso è stato certamente importante, ma non è il solo. La casistica delle persone che si avvicina il cammino per motivi spirituali è di certo ampia ma riguarda persone che in buona parte si considerano laiche». Ardito ha una certezza: «La via di Francesco ha una suggestione unica, con un elemento centrale rappresentato dalla figura del santo. È un percorso con un’anima molto profonda, da vivere in prima persona. Tanto suggestiva quanto difficile da descrivere». Chi cammina utilizza sistemazioni alberghieri in genere non pretenziose come agriturismi, B&B piuttosto che ostelli. Può esserci un problema della ricettività in questa Fase 2 in cui la riapertura delle strutture è subordinata ad un protocollo di servizi e attenzioni verso l’ospite? La risposta arriva da Gianluca Ortali, gestore di un agriturismo a Pietralunga sul percorso del cammino di San Francesco. «Ci stiamo preparando ad una stagione anomala. Sarà un anno di transizione ed è un peccato perché il Covid-19 ha fermato un’andamento delle richieste davvero crescente. Noi che ci occupiamo di ricettività stiamo adattando le strutture a un nuovo tipo di accoglienza. Non vogliamo snaturarle ma dobbiamo essere in regola con le normative.» Il tipo di necessità potrebbe essere molto ampio e occorre farsi trovare pronti. «A prescindere dal fatto che siano viaggiatori singoli, di coppia o in gruppo, i camminatori cercano strutture semplici, intime, familiari che gli consentano di fare una tappa gradevole. Cercheremo di andare incontro a qualsiasi tipologia di viaggiatore. Il primo nostro cliente arriverà dal Veneto: è un viaggiatore individuale che ha prenotato da noi in piena crisi coronavirus. Così bbiamo deciso di premiarlo e sarà nostro ospite. A seguire stanno iniziando ad arrivare prenotazioni. Cercheremo di unire la gradevolezza in termini di alloggio e movimento ma evitando qualsiasi tipo di affollamento.»

La manifestazione del settore viaggi a Venezia

Cambi in corsa imposti dal virus che potrebbero, con le attuali limitazioni d’ingresso in Italia, modificare la provenienza dei camminatori. «Fino a ieri il 70% – prosegue Ortali – delle prenotazioni nella nostra zona era rappresentato da stranieri. Questa estate è presumibile la maggioranza sarà di connazionali. Potrebbe essere un’occasione ideale per decidere di visitare questi luoghi in tranquillità e gustare anche l’ottima cucina umbra di cui siamo orgogliosi». Che sia per in Italia o nel mondo, nel frattempo il settore della distribuzione organizzata si sta prodigando in iniziative. Con una metafora, si potrebbe dire che sta cercando di affrettare il passo nel cammino per la sopravvivenza e dunque della ripresa del comparto. Si moltiplicano i colloqui con le istituzioni, nazionali e locali, da parte di Fiavet e degli agenti di viaggio che dopo essere stati giovedì scorso Venezia, scenderanno in campo a Roma dopodomani. Torneremo sul tema. Per ora si gode del ritorno della voglia di viaggiare. Anche a piedi.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.