Quella faccia un po’ così

Perplesso, forse pure un po’ sconsolato e imbarazzato. L’espressione un po’ così di Ivan Jurić colta dalle telecamere di Dazn nel corso del secondo tempo della partita tra Genoa e Hellas è sembrata uscire dai versi della “Genova per noi” di Paolo Conte. In “quella faccia un po’ così” del mister, enigmatica e in parte smarrita sul tre a zero che ha permesso ai rossoblù di mettere al sicuro la salvezza, c’è una forte traccia simbolica della personalità di un uomo che, in campo e fuori, è abituato ad offrire sempre il cento per cento di sé.

Il mister gialloblù è un personaggio amato anche perché è abituato a non fare prigionieri. Da calciatore è stato il prediletto di Gian Piero Gasperini, venerato dai tifosi per il carattere e il coraggio. Idem da tecnico, a prescindere dai risultati ottenuti, a Crotone, a Genova e a Verona. La sensazione che ha trasmesso quell’immagine tra il mogio e il pensieroso, figlia della prestazione della sua squadra, apparsa già in vacanza nel primo tempo che ha deciso la gara, è che improvvisamente l’uomo di Spalato si è trovato ad essere, per una volta, ingabbiato. Un fotogramma che sembra dirci che avrebbe desiderato finire meglio un campionato straordinario e vedere i suoi congedarsi con una prestazione in linea col rendimento stagionale. Anche in quel di Marassi, ancor di più dopo che media e social avevano rumoreggiato nei giorni precedenti e lo hanno fatto dopo sulla prestazione, in particolare degli ex-rossoblù.

Pazienza: il risultato non cambierà di una virgola la stima verso di lui da parte di tutti, tifosi e addetti ai lavori, né oscura bravura, talento e qualità di una stagione da ricordare. Tra la vittoria sulla Juventus e le tante giornate felicissime, le rimonte impossibili e la capacità nel plasmare un undici a sua immagine, fatto di corsa, dinamismo, verticalizzazioni, sovrapposizioni, ottenuto da giocatori sottovalutati se non sconosciuti, tra scommesse vinte e il lancio di giovani talenti.

Da quello sguardo colto in diretta tv si è intuito che, per quanto ininfluente, l’uomo protagonista della migliore stagione del Verona dell’ultimo ventennio sperava in un epilogo diverso. Il calcio però è anche fatto di giornate così. E domani sarà un altro giorno.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.