Un anno fa in queste ore Vasile Mogos segnava su rigore la rete che avrebbe potuto consentire al Chievo di superare il primo turno dei play-off e di conseguenza avvicinarsi ad un possibile ritorno in Serie A. La possibilità, come tutti sanno, in realtà durò giusto lo spazio di tre minuti, col Venezia capace di raddrizzare il punteggio, con un pizzico di buona sorte. Insomma, per farla breve, quel gol fu l’ultima gioia nella storia del club di Luca Campedelli. Che magari domani avrà una seconda vita o reincarnazione, ma ad oggi l’ultima partita ufficiale del “Ceo” ci riporta al 13 maggio 2021, a Sant’Elena.
Quel che è avvenuto nei mesi successivi non serve ricordarlo, al netto delle domande e degli altrettanti tentativi di risposte che ci siamo dati da allora e del prendere atto che di quella sera fummo tra i pochi testimoni oculari, nell’ultima di centinaia di gare del Chievo che abbiamo raccontato alla radio. Proprio per questo, forse, di quelle ore conserviamo intatte immagini e sensazioni. Come quella della pioggia, debole ma incessante, di Venezia vuota e il suono dei passi tra le calli, l’odore dell’erba bagnata del Penzo, il sapore del baccalà al Pampo, le chiacchiere con Ernesto Kieffer e Francesco Arioli, la tensione, l’alternanza degli stati d’animo degli addetti ai lavori, le urla dopo i gol, la camminata lungo il canale fuori dallo stadio al termine del primo tempo, lo sguardo tormentato di un dirigente e, infine, il silenzio assoluto sul vaporetto che riportava il gruppo gialloblù verso San Giuliano.
Chi avrebbe mai immaginato, nonostante tutto, che il risultato di quella partita sportivamente meravigliosa non solo cancellava le possibilità di promozione ma fosse il preludio di, diciamo così, eventi così disastrosi? Dai, nessuno. Da allora mi è capitato d’incrociare tanti ex ChievoVerona a vario titolo in giro negli stadi d’Italia e anche numerosi tifosi gialloblù. Con gioia, perchè è sempre gradevole rivedere persone con cui si sono condivise esperienze e situazioni, ma anche con un retrogusto tuttora amaro per cosa è accaduto dopo quel gol.