Un’altra beffa

Inutile girarci intorno: l’amarezza è grande. A poco, se non a niente, consola pensare che in definitiva #NapoliChievo sia terminata secondo pronostico. Con la vittoria in pugno, dopo ottantanove minuti di una partita a scacchi interpretata con grande efficacia, i gialloblù hanno ceduto vittoria e punti nel corso degli ultimi disperati assalti degli uomini di Sarri.

Sarà che il chievo sembra esprimersi meglio con le formazioni che giocano un football di qualità, ma è del tutto evidente che Maran e i suoi abbiano preparato bene la gara, sia sul piano psicologico che tattico. Senza Cacciatore, Gamberini, Castro e Birsa, il tecnico ha infittito la linea mediana complicando il lavoro in fase di sviluppo del gioco di Hamsik e soci. Ottimo l’impatto di Bastien e Rigoni: al fianco di Radovanović, hanno inizialmente agito da disturbatori per poi trasformarsi in propulsori delle ripartenze che, dall’inizio della ripresa, hanno visto il Chievo creare qualche preoccupazione dalle parti di Reina.
Il Napoli lezioso della prima frazione è rimasto negli spogliatoi all’intervallo. Il cambio di passo degli azzurri ha paradossalmente spinto il Chievo a farsi più coraggioso. Primo crocevia del match, il rigore parato da Sorrentino a Mertens – ingenuo Depaoli nell’intervento sul belga, tanto lieve quanto evidente – seguito dall’ingresso di Stepinski per Meggiorini. Sui grandi palcoscenici il polacco esalta le sue doti di lottatore ma anche di bomber. Quando Giaccherini ruba palla a Koulibalý e gli serve un assist al bacio, Mariusz impiega un secondo a sparare a rete. Una rete fantastica che ha il pregio di elettrizzare ulteriormente l’ambiente e, in definitiva, spalanca scenari quasi impensabili fino a quel punto.
La partita scivola via secondo i piani  di Maran e dei suoi. Sarri carica con Milik e Zielinsk via terra e aria; Inglese e Stepinski scendono tra le linee a dar sostegno alla fase di contenimento. Dietro si soffre, è chiaro, ma il muro regge con ordine. Sorrentino arriva dove Tomović e compagni non riescono a mettere testa o piedi. Quando Giaccherini alza la mano e chiede il cambio, appare esausto. Maran non vuole appiattire troppo il proprio schieramento e mette dentro Leris. Giak esce tra gli applausi del suo ex pubblico che non sembra credere più nella propria squadra, beccata in un paio di situazioni. Invece, come una frustata improvvisa, ai minuti 89 e 93 arrivano i due gol che segnano la rimonta e rimandano a Verona un Chievo che ancora una volta cede nel finale. Errori individuali, sfortuna, calo di concentrazione: qualunque sia la ragione, sul piatto ballano cinque punti preziosi evaporati in due gare. Per quanto forse inattesi alla vigilia, al San Paolo già pregustavamo un recupero dei due svaniti mercoledì sera e magari almeno uno, doveroso, della trasferta di San Siro col Milan. Un’altra eccellente prova conclusa, ahinoi, senza la soddisfazione di un risultato positivo.
Amarezza, beffa, incredulità. Aggettivi e sensazioni che purtroppo accompagnano il responso finale di un’altra prestazione dei
gialloblù in cui non raccolgono quanto seminano. Analogamente, a meno sette giornate dal termine del campionato, i bonus maturati in classifica sono ormai ridotti all’osso. Il momento della verità è vicino: la bagarre finale parte con sei compagini raccolte in cinque punti, due di queste saluteranno la compagnia. Da sabato prossimo fino a metà maggio il calendario offre scontri diretti e partite in cui il miglior Chievo può e deve dare il meglio di sè. Dal primo all’ultimo minuto.
Paolo Sacchi
(foto AC ChievoVerona)

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.