Non plus ultra

Budapest, 15 aprile 2012; Újpest – Budapest Honvéd

Tira vento a Budapest. Nella capitale ungherese dell’ex Impero Asburgico soffia forte anche la corrente politica del secondo governo presieduto da Viktor Orban. Il leader del Fidesz, partito populista conservatore, ha appena stravinto le elezioni e detiene una ultra maggioranza di dimensioni che non si registravano dall’epoca comunista. Nell’Europa occidentale si fa un gran parlare di lui e del suo programma elettorale che – si dice – metta a repentaglio la libertà nel Paese magiaro.  Una volta al potere, non perde tempo a ridurre il numero dei parlamentari. Vista da lontano non sembra una pessima idea, anche se quando mettiamo piede nella capitale in occasione di questa visita è appena entrata in vigore una nuova costituzione che ha introdotto elementi che potrebbero essere etichettati come reazionari. Al centro della vita ungherese la centralità della patria, della famiglia tradizionale, della tradizione e della religione cattolica.

Quando arriviamo allo stadio dello Ujpest, il Szusza Ferenc, il cognome rigorosamente prima del nome come vuole una delle poche regole imparate della lingua locale, la sensazione è che la vigilanza in Ungheria non sia presa sottogamba. Ai controlli all’ingresso, le forze dell’ordine in divisa antisommossa sono affiancati da steward dall’aspetto dei buttafuori. Per essere più chiari, incutono meno timore gli ultrà locali che non sembrano esattamente delle mammolette. Mentre gli altoparlanti diffondono l’inno nazionale, ripensiamo al concetto di patriottismo. In fondo inconsciamente lo si apprezza a seconda dell’opinione che si ha del Paese ma in realtà farne ricorso ha valenze molto simili. Ovvero se Stars and Stripes o La Marsigliese ispirano e inorgogliscono, ritenere invece che far suonare Dio, benedici gli Ungheresi sia ispirato da una corrente fascistoide, riflettendoci bene, forse è solo frutto dei pregiudizi verso Orban.

Il fiume scorre non lontano da qui ma l’area sembra ancor più lontana di quanto dicano i chilometri di distanza che la separa dai quartieri centrali se non da Obudai, l’isola del festival musicale Sziget, dalla filosofia che sembra diametralmente opposta all’approccio delle tifoserie  di Ujpest e Honved appena entrano le due compagini in campo. La sfida tra le due squadre rappresentanti di due punti cardinali della città – nord e sud – in realtà sembra più sentita sugli spalti che sul terreno di gioco. D’altronde è un derby e le due tifoserie si sono preparate per l’occasione, nonostante lo stadio sia mezzo vuoto. In mezzo a una lingua indecifrabile, parlata o scritta non fa differenza, sono gli ultras locali a farci capire qualcosa. Gli Ultrà Viola Bulldog, sostenitori dello Ujpest, tra pezze, striscioni e cori assortiti copiano in tutto e per tutto i maestri italiani. Mentre riflettiamo se sia per noi un vanto o una iattura, li vediamo esultare tre volte, grazie a due gol regalati dall’insipienza della difesa avversaria e a un errore dal dischetto del centravanti dell’Honved.  L’uscita approssimativa di Kemenes, con pallone regalato a Vasziljevics che segna con un pallonetto dalla distanza dopo qualche minuto di gioco in pratica semplifica la vittoria dei padroni di casa, che festeggiano – da prassi – sotto la curva che avrà modo di rivedere la gara nel giro di poche ore in internet. No, non intendiamo quella dei giocatori in campo ma della curva stessa: i tifosi del Ujpest registrano abitualmente le loro performance con camere fisse per poi mettere in rete l’intera “prestazione”. E pensare che in Ungheria l’inversione del cognome con il nome ci pareva una stranezza.

Paolo Sacchi

Újpest 2-0 Budapest Honvéd

Marcatori: Vasziljevics 4, Rajczi 79

Újpest: Balajcza; Kiss Z., Lipták, Mihajlovics, Pollák; Simon K. (Barczi 80), Eninful, Kabát, Vasziljevics (Litauszki 90), Remili (Balogh B. 86), Rajczi. All: Leliévre

Budapest Honvéd: Kemenes; Lovric, Botis, Debreceni, Vidovics (Faggyas 63); Tchami, Johnson, Vécsei, Hajdú, Ivancsics (Porcari 38), Délczeg. All: Supka

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.