Ombre rosse

Genova, 24 marzo 1991; Sampdoria-Napoli

Si dice, si mormora. Il chiacchiericcio è un morbo che affligge ogni comunità. A volte capita di ascoltare balle colossali senza batter ciglio. Col tempo ci si affina e, misurata l’affidabilità della fonte, quando preme conoscere la verità, con la verifica incrociata si possono inquadrare meglio le situazioni.

Appena seduti sulle tribune di Marassi per assistere a Sampdoria-Napoli, l’unico vero punto interrogativo che abbiamo è legato al risultato finale. È un test importante per la squadra blucerchiata, da cui si capirà se è davvero in grado di prendere il largo verso lo scudetto. Di fronte trova i campioni uscenti, che devono rinunciare ad Alemao ma hanno nelle sue fila pezzi del calibro di Careca e, ovviamente, Maradona . Quando ci sediamo, mentre attendiamo le formazioni, siamo coinvolti in una chiacchierata con alcuni presenti in tribuna. Arrivano da Napoli e hanno la certezza che quella che sta per iniziare sarà l’ultima partita di Dieguito  in Italia. “Sicuro, fidatevi: va via, uno dei prossimi giorni. Scappa in Argentina. Ha paura di andare in galera”. Restiamo perplessi. E pure un po’ sgomenti. Lì per lì ci sembra una millanteria. Però il tizio mostra grande sicurezza. “Vedrete, tanto è questione di giorni”.

Cambiano quindi le premesse alla partita. Che sia davvero l’ultima di Maradona? Che voglia fuggire dall’Italia? È vero che, quattro giorni prima della partita, l’analisi all’antidoping ha segnalato la presenza di tracce di cocaina nelle sue urine prelevate dopo la partita della giornata precedente. Ammesso che le controanalisi confermino la positività, nella nostra ingenuità l’ipotesi più plausibile che ci viene in mente in quel momento è che non possa concludersi così la carriera italiana del più grande calciatore del pianeta.  Quindi ci godiamo la partita, pensando che le ombre sul numero dieci della squadra con la maglia rosso vermiglio, calzoncini celesti e calzettoni bianchi – un abbinamento terribile – si diraderanno a breve. Anche perché in questa storia c’è qualcosa che non torna.

In campo il Pibe si presenta con una evidente barba incolta, in anticipo di venticinque anni sulla moda attuale. Pur appesantito, lotta e dirige il gioco, anche se lui e i suoi faticano davvero contro Vialli e Mancini. Che sono bravi, in forma e sembra abbiano tutto per rubare la scena e lo scudetto agli avversari. La Samp dilaga. Sul tre a zero, un sussulto: rigore per il Napoli. Maradona lo realizza. L’arbitro dice che si deve ripetere e lui fa il bis. Palla telecomandata nell’angolino. Pochi minuti dopo, in contropiede, il Pibe salta Pagliuca con un lampo di classe dei suoi. Mentre mette in rete, notiamo una bandierina sventolare. Oggi, ripensando il tutto, capiamo di aver avuto la piccola fortuna di essere lì a gustarci dal vivo l’ultimo lampo di genio italiano del migliore calciatore del mondo.

Quella bandierina è gialla e non a scacchi ma segna il finale della corsa di Maradona in Italia. Il 29 marzo le controanalisi confermano la positività alla cocaina e viene inquisito per droga. Qualcosa continua a non tornarci. Comunque sia, a “sorpresa” il primo aprile lascia l’Italia, direzione Buenos Aires.  Una vicenda in cui i retroscena restano oscuri al pari dei veri responsabili, al netto del vizietto di Dieguito. Resta la tristezza di finire o far finire cosi una carriera: è l’addio definitivo all’Italia, tutto sommato ingrata. Le voci stavolta non mentivano. Peccato.

Paolo Sacchi

Sampdoria 4-1 Napoli

Marcatori: Cerezo 12, Vialli 19, 64, Maradona (rig) 75, Lombardo 85.

Sampdoria: Pagliuca, Mannini, Invernizzi, Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Cerezo, Vialli, Mancini (Mikhailicenko 86), Dossena ( Bonetti 77).

Napoli: Galli, Corradini, Rizzardi, Crippa, Francini, Renica, Venturin, Mauro, Careca, Maradona, Zola.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.