Passo in avanti

Innanzitutto perché muove la classifica e consente di arrivare a quota trenta. Non secondario, l’iniezione di morale e la conferma che al Bentegodi il Chievo prosegue la striscia positiva. In attesa delle gare di domani, il punto ottenuto contro Rincon e compagni permette di allungare di una lunghezza il margine sul Crotone, ad oggi la terzultima in classifica e ospite di Sorrentino e soci quando i turni da disputare saranno soltanto tre.

Partita ostica, ma lo si sapeva. Il Toro arrivava da un tris di successi, con l’attacco in grande forma e la difesa ben sigillata. La primissima parte di gara è stata la fotografia nitida delle premesse su cui poggiava la sfida. Chievo bloccato in copertura, intimidito dai guizzi di Lijaic e compagni per due volte vicini al gol. Qui merito a Maran nell’aver saputo leggere la partita. Partito col 4-4-2, dopo una ventina di minuti il mister ha spostato – a sorpresa – Radovanovic al centro della difesa trasformandola a cinque. Da quel momento per Belotti, Iago e Ljaic gli spazi verso l’area del Chievo si sono intasati e, piano piano, i gialloblù sono cresciuti anche in fase di spinta. Ritrovata la fluidità di manovra e, nella ripresa, con il passare dei minuti, maggior fiducia, mentre i granata si facevano sempre meno intraprendenti il naso dei gialloblù ha iniziato a far capolino dalle parti di Sirigu. È mancato il gol, vero. Con qualche rammarico, almeno in un paio di occasioni di conclusioni gestite con soluzioni poco efficaci di Cacciatore. A lui peraltro va ascritto il merito di essere stato sempre puntuale nei movimenti in campo e farsi trovare al posto giusto nel momento giusto: peccato per la poca precisione nei due tiri. Il rosso a Bani nel finale – forse eccessivo, visto dal vivo e rivisto in video – ha avuto l’effetto di frenare la spinta offensiva gialloblù e stimolato ulteriore attenzione in fase difensiva: gli esiti delle partite con Sassuolo e Napoli sono troppo recenti per non essere presi come lezione.

L’occhio lungo del mister ha permesso ai gialloblù di puntellare la propria disposizione in una partenza di gara con qualche affanno e problemi di comunicazione tra le linee. Con Rado in mezzo al pacchetto arretrato, il Chievo a centrocampo ha inizialmente faticato ma la prova del numero otto in versione da simil “libero” in stile anni ottanta è stata perfetta nel far crescere la squadra e ritrovare coraggio nella fase d’impostazione. Bene Rigoni soprattutto nell’interdizione, così come Bastien, dinamico e in fase di crescita costante. Partita di sacrificio per Inglese e Stepinski, di lotta e spinta quella dei due esterni difensivi, Cacciatore e Jaroszynski, il cui contributo nella fase di sviluppo del gioco può essere determinante. Rientrato dopo l’infortunio, Castro ha fatto qualche passo in avanti; la sua esperienza – a fianco di quella del rientrante Giaccherini – sarà fondamentale mercoledì contro la Spal in una partita vietatissima ai deboli di cuore.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.