Oggi Jack Kerouac avrebbe compiuto cent’anni. L’autore di “On the road” è stato senza saperlo il primo vero e proprio product manager di tour in auto negli Stati Uniti. Un uomo a cui, oltre che quelli della letteratura e della cultura, anche il mondo del turismo dovrebbe fargli un monumento virtuale. “Sulla strada”, come è stato titolato in Italia, è uno dei migliori libri di viaggio di tutti i tempi e ha ispirato centinaia di programmatori di viaggi e migliaia (milioni?) di viaggiatori dal 1957 in poi. Tutti alla ricerca della quintessenza di un Paese semplice ma paradossalmente complicato come gli States, nel contempo nobilitando definitivamente i viaggi itineranti.
Per riassumerlo cercando di noin banalizzarlo, il libro in questione è una sorta di descrizione dei viaggi intrapresi dal protagonista e in ultima analisi uno spaccato sugli Stati Uniti. Una nazione che in quel periodo era al centro di una sorta di evoluzione che creava tensioni e conflitti culturali e sociali. Nel confronto tra anticonformismo tra evoluzione e, dicamo così, tradizione, sullo sfondo restano i paesaggi che ancor oggi rappresentano i meravigliosi spazi naturali che degli Usa attirano e ispirano di più, e le le città che stavano trasformandosi nelle metropoli di oggi.
A chiunque abbia in programma un viaggio on the road al di là dell’Oceano Atlantico nel nord del continente americano è inevitabile consigliarne la lettura, a prescindere dal confronto con l’epoca in cui è stato scritto e dai punti di vista personali.Comunque sia e come la si pensi, grazie Jack.