Un cinepanettone sul lockdown

Dieci anni fa si chiudeva l’ultima serie di Boris, trasmessa da Sky tra il 2007 e il 2010. Nata da un soggetto di Luca Manzi e Carlo Mazzotta è tuttora culto assoluto tra gli amanti di uno humour feroce quanto spassoso che non fa prigionieri, spesso anche utile a mettere in moto il cervello nei momenti più impensati. La serie raccontava il mondo delle fiction – e in fondo, di riflesso, di una diffusa cialtroneria nazionale – da lì a breve avrebbe affrontato anche il mondo del cinema con alla regia gli stessi geniali sceneggiatori (Giacomo Ciarrapico, Luca Vendruscolo e il compianto Mattia Torre) dall’acume e dalla qualità che non è azzardato paragonare a quelli dei grandi maestri della commedia all’italiana.

“Boris-il film”, uscito nel 2011, che ripercorre alcune (immaginarie) mediocri produzioni televisive in cui i protagonisti lavorano – le fiction “Il giovane Ratzinger” e “Sottaceto”, ambientata in una Calabria collegata dalla Sicilia dal ponte sullo Stretto – e il cinepanettone “Natale nello spazio”, ad un certo punto della trama vede il regista René Ferretti (Pannofino) chiamato a dirigere un film basato sulle vicende descritte in “La Casta” celebre (vero) libro-denuncia di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Per una serie di circostanze che è superfluo ricordare – è un invito a rivedere o vedere “Boris”, nel caso ve lo foste perso – dopo le prime riprese la produzione decide di modificare i connotati del girato. La sceneggiatura così cambia: da pellicola impegnata si trasforma in un “simpatico” cinepanettone dal titolo “Natale con la casta”.

Per quanto potrebbe sembrarlo, non è invece frutto della fervida fantasia degli sceneggiatori di Boris “Lockdown all’italiana”, film di Enrico Vanzina la cui futura uscita verrà annunciata oggi. Le “Due coppie scoppiate, costrette a restare unite a causa del lockdown” sono interpretate, tra gli altri, da Ezio Greggio e Martina Stella. Sarà il primo cinepanettone sul coronavirus del Paese a suo modo capofila nel trasformare le commedie in tragedie e viceversa.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.