Vittoria di carattere

A nervi scoperti, #ChievoSamp è stata una partita emozionante da cui gli uomini di Maran portano a casa tre punti fondamentali. Le premesse parlavano di una sfida complicata e piena di insidie ma di fronte ai blucerchiati serviva mostrare le proprie credenziali nella corsa per la salvezza. Radovanovic e compagni hanno dovuto usare tutto il loro autocontrollo per non perdere orientamento e calma e superare, in rimonta, Quagliarella e soci.

Sampdoria perfetta per almeno un tempo. Primo spartiacque della contesa è stato il rigore realizzato dal centravanti ospite, a mezza via di una prima frazione in cui i gialloblù non riuscivano a trovare continuità nella loro azione. A quel punto la questione è sembrata più psicologica che tattica. Mentre Torreira, Praet e Linetty mulinavano gioco e idee di ottima qualità nella giungla del centrocampo, il Chievo sembrava il fratello timido di quello applaudito a San Siro prima della pausa internazionale. Legato, imbrigliato dalla dannata paura di non farcela.

Nell’intervallo, la svolta. Pochi minuti decisivi negli spogliatoi in cui la tensione è stata convertita in fiducia. Momenti in cui a volte non serve neppur parlare ma guardarsi in faccia e convincersi di potercela fare. Al ritorno in campo, Maran ha ritoccato le posizioni in campo dei suoi. Da quel frangente in poi è stata un’altra musica. Ripartito di slancio fin dall’avvio della seconda frazione, il Chievo è salito, non solo metaforicamente. Con il baricentro in avanti, linea mediana e punte hanno aumentato la pressione verso la porta di Viviano. Energia, compattezza ma anche e soprattutto nervi. Quelli tesi dei primi quarantacinque minuti si sono trasformati in saldi. I gol di Castro ed Hetemaj sono stati il frutto dell’inerzia nel match, prima che Sorrentino sigillasse la vittoria con un intervento straordinario su un’incursione di Alvarez, nell’unica palla gol concessa nella ripresa.

Il successo è prezioso quanto necessario in un delicatissimo momento del torneo. I minuti in attesa del responso del Var dopo la rete di Perparin sono stati i più lunghi della stagione. Interminabili secondi di speranza, tensione e angoscia: la convalida o meno della rete, nel climax della gara, ha assunto un peso specifico enorme. Alla vista del dito di Orsato puntato verso il centrocampo, l’urlo liberatorio di felicità del Bentegodi ha chiuso il cerchio. Possiamo dunque dirlo: il Chievo è vivo. È risorto, verrebbe da aggiungere, visto il calendario. Mercoledì ci sarà un’altra grande opportunità per dimostrarlo. Nel frattempo, amici gialloblù, buona Pasqua.

Paolo Sacchi

(foto AC ChievoVerona)

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.