Il Chievo fuoriuscito indenne dalle sfide di Parma e Ferrara ha consolidato il proprio percorso di rilancio. Entrambe le prestazioni hanno riservato un dolceamaro retrogusto finale. 22Convincenti ma non vincenti, i gialloblù sono apparsi una compagine finalmente compatta. La crescita sul piano psicologico, fisico e soprattutto organizzativo passa inevitabilmente da prestazioni del genere. In cui, più che il rammarico per le occasioni non sfruttate, occorre valorizzare lo spirito e la capacità di lottare e soffrire.
Impeccabile o quasi la difesa: nei primi dodici turni era stata colpita con una media di 2,5 gol subiti a partita. Con mister Di Carlo in panchina ha concesso 0,5 reti a gara: due in quattro partite. Un exploit che dice molto del lavoro di queste settimane. La maggior conoscenza reciproca degli interpreti e il perfezionamento degli ingranaggi di un reparto rinnovato in estate è stato la chiave del riscatto.
Inutile girarci intorno: dal tris di gare che chiude il girone di andata ci si aspetta uno scatto in avanti. Fuor di metafora, per alimentare la classifica serve tornare a vincere. Il recupero di elementi importanti e le qualità dei principali attaccanti gialloblù saranno fondamentali in questo trittico in cui dalla verve di chi il pallone lo dovrà mette dentro ma anche da parte di chi sarà chiamato a crearne le premesse influirà sul resto della stagione. Una settimana in cui il Chievo dovrà continuare a convincersi e convincere di potercela fare.