Chievo v Siena – Intervista a Walter Curti

Il suo piede sinistro ha illuminato per otto stagioni il prato del Bentegodi. Con le sue giocate imprevedibili Walter Curti sapeva incantare come pochi altri. Dribbling, veroniche e punizioni vincenti. Arrivato al Chievo dalla Vogherese nell’estate 1987 dopo aver impressionato Luigi Campedelli che lo aveva visto giocare in un match della stagione precedente, è rimasto a Verona fino al 1995 diventando uno dei baluardi di un club che iniziava a pensare in grande. Un artista del pallone un po’ atipico perché sapeva lottare in mezzo al campo, sempre pronto a prendersi responsabilità importanti, soprattutto quando la palla scottava. Che ricordi, non è vero Curti? “Assolutamente, con il Chievo ho vissuto davvero ottime stagioni. Abbiamo vinto due campionati, ho avuto tante piacevoli soddisfazioni giocando per una società splendida e vivendo in una città bellissima dove è impossibile non trovarsi bene. Sono stati gli anni migliori della mia vita da calciatore”. E’ stato uno dei protagonisti del salto in alto del club dalla C2 fino alla Serie B. Una scalata che, chissà, senza un suo gol su rigore segnato al Pavia nell’ultima giornata del campionato di C1 nella stagione 1990-91, una di quelle gare che vengono definite ‘da ultima spiaggia’, forse avrebbe rischiato uno stop imprevisto… ”Si, in effetti quella fu una stagione particolarmente difficile. Avevamo una squadra competitiva ma alla fine ci trovammo coinvolti nella lotta per non retrocedere in C2. Con quella rete contro il Pavia ci siamo salvati e poi da lì si è ripreso il cammino verso l’alto. Chissà, fossimo retrocessi la storia avrebbe potuto essere diversa ma è difficile parlare col senno di poi. Comunque per fortuna è andata per il verso giusto ed è ciò che conta”. Infatti passano solo tre anni ed è ancora festa. Si stappano le bottiglie per la promozione in B in quel magico pomeriggio a Carrara. ”Si, quella è stata la gioia più grande della mia carriera. Uno splendido campionato terminato con una bellissima e meritatissima promozione davvero poco immaginabile solo qualche anno prima. Il fatto di aver spostato quattromila e più tifosi fino a Carrara quel giorno è stata anche la presa di coscienza di aver raggiunto un traguardo importante, di aver realizzato una grande impresa. Fu una sorpresa non solo per noi ma anche per tutta la città”. Passano solo pochi mesi e Verona vive l’emozione della stracittadina. Una partita storica in cui Curti scende in campo indossando la fascia da capitano. “Fu una novità assoluta: il primo derby in un campionato professionistico a Verona. Poi giocare di sera, in uno stadio pieno… Mi sembrava di vivere un sogno a occhi aperti con, in più, l’immenso piacere aver contribuito a portare il Chievo così in alto”. Momenti che diventano incancellabili nella memoria collettiva di un gruppo. Dei compagni della squadra di allora con chi è rimasto in contatto? “Il mio ‘compagno di merende’ di quegli anni era Bobo Gori e con lui ci sentiamo molto spesso, così come con Moretto, Maran e tanti altri. Tra l’altro abbiamo il piacere di ritrovarci spesso tutti insieme nelle occasioni in cui la compagine ‘CuoreChievo’ scende in campo. E’ sempre bello rivederli: giocare tanti anni insieme crea senza alcun dubbio un legame forte”. A proposito della squadra ‘Cuore Chievo’, com’è fare il mister? “Sono diventato allenatore solo per cause di forza maggiore! Sto recuperando da un’operazione all’anca. Siccome non posso giocare, per il piacere della compagnia vado a fargli da allenatore quando ci sono le partite. In realtà loro sono bravi e si allenano già da soli…”  A proposito di calcio giocato, segue sempre il Chievo? “Certo, e quella di quest’anno è una buona squadra. Ha il potenziale per crescere e sono convinto che Eugenio Corini sia assolutamente in grado di fare bene. Forse l’unico problema è che talvolta incassano troppi gol ma sono sicuro che però troverà i giusti accorgimenti e lo farà il prima possibile. Lui poi è un ‘Uomo-Chievo’, una garanzia”. Curti è tuttora nell’ambiente dello sport, anche se lo vede da un’altra prospettiva. “E’ così in effetti, lavoro nel settore del materiale sportivo, nell’ambito della vendita”. Concilia passione e lavoro, dunque? “Assolutamente. Sono cresciuto col sogno di diventare calciatore e ce l’ho fatta a coronarlo. Di sicuro sarebbe stato più traumatico lasciare completamente lo sport a fine carriera. Ho giocato ancora a livello dilettantistico per qualche anno poi una volta smesso con l’attività agonistica ho fatto anche il direttore sportivo a Trento, Legnago e Domegliara. Ho avuto la fortuna di rimanere nell’ambiente che conosco di più”. Curti innamorato del calcio ma anche di Verona, anche se ‘Giulietta’ non c’entra nulla… “Sì, perché mia moglie è milanese! Abbiamo però deciso di trasferirci qui anche perché questa città è più vivibile rispetto a Milano, ma non solo: sono arrivato a ventidue anni e ci ho vissuto ininterrottamente fino ai trentuno, in una fase importante della crescita non solo professionale ma anche umana. Dunque è stato poi facile decidere di restare a vivere qui, com’è innegabile che Verona sia davvero una città splendida”.

di Paolo Sacchi (Mondo Chievo 07)

Walter Curti è nato il 13 luglio 1965 a Voghera, provincia di Pavia. Cresciuto calcisticamente nella squadra della sua città ha debuttato e giocato in C2 per quattro stagioni con la Vogherese con una parentesi alla Pro Patria, società con cui poi ha chiuso la carriera da professionista. Al Chievo è arrivato nell’estate del 1987 rimanendo per otto campionati. In maglia gialloblù è sceso in campo 274 volte di cui 26 in Serie B, 143 in Serie C1, 63 in Serie C2, 2 in Coppa Italia e 40 in Coppa Italia di Serie C, realizzando complessivamente 29 reti di cui 1 in B, 17 in C1, 4 in C2 e 7 nella Coppa di Serie C. Successivamente ha militato anche nel Brescello e nel Varese in Serie C.24

Curti

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.