Classe inimitabile

Ho incontrato una sola volta Gianni Clerici. Era ospite al Festival della letteratura di Mantova qualche anno fa e presentava uno dei suoi meravigliosi libri sul tennis, sport che ho seguito unicamente perché adoravo ascoltare le sue telecronache in coppia con Rino Tommasi.Sono sempre stato innamorato del loro stile e so di essere in numerosa compagnia. In lui c’era classe, ironia, competenza, eleganza, senso dell’umorismo e cultura. Trasformavano una diretta in un racconto di approfondimento, tra il lifestyle, lo sport, l’arte, la geografia e la letteratura.

Ogni gara diventava una gradevole lezione aperta a tutti. Docenti di giornalismo d’altri tempi con una modalità da brillanti divulgatori del nuovo millennio.In un’epoca appiattita dall’enfasi del racconto, in cui il torneo dei bar del quartiere viene descritto con lo stesso, emh, slancio della finale di Coppa del Mondo, Clerici è stato capace innanzitutto di descrivere le partite e i campionissimi, le storie e i personaggi dello sport da lui tanto amato senza schiacciare mai il tasto della retorica nè quello della banalizzazione. Una dote straordinaria per uno di un livello socioculturale decisamente superiore a chi lo ascoltava, restando sempre altissimo nella qualità e comunque comprensibile a tutti. Per questi motivo ci mancherà ancor di più.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.