Caccia grossa sulla fascia

 

I numeri nel suo eccellente carniere parlano chiaro. Sempre presente in questa stagione, due gol all-attivo, una fornitura completa di assist per i compagni oltre alla copertura del proprio territorio difensivo. Un bottino niente male nel safari calcistico di Fabrizio Cacciatore. Nella sua avventura con il Chievo, stagione dopo stagione l’”Hunter” gialloblu è diventato uno degli elementi cardine della formazione di Rolando Maran.

Fabrizio, il bel momento del Chievo coincide con il tuo. Tra campionato e coppa, nelle quattordici partite stagionali sei sempre sceso in campo. Anzi, ancor di più: sei stato sempre costantemente presente. La somma fa milletrecentotrenta minuti: non hai perso neppure un secondo di gioco. Un minutaggio che sottintende quanto tu sia diventato importante in questa squadra.

È un dato che ovviamente mi fa piacere. Per un calciatore scendere in campo è sempre una grande soddisfazione. Giocare tutte le partite, come fortunatamente sta accadendo a me, lo è ancor di più. Spero davvero di poter continuare così.

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Nell’ultima gara a Torino il tuo contributo è stato importante anche in zona-gol. Da un tuo cross è nata l’azione che si è conclusa con un fantastico gol di testa di Hetemaj. Quasi un record.

Mettiamola così: il colpo di testa non è il suo forte [ride], però domenica Perparim in questo caso è stato bravissimo a seguire l’azione e capire dove sarebbe caduta la palla. Poi è saltato col tempo giusto e ha segnato un bel gol. Sono davvero molto contento per lui. Ma non solo: è stata soprattutto una rete davvero importante per lo sviluppo della gara. Ci ha permesso di fare un ottimo risultato in una partita contro un’avversaria molto insidiosa.

Guardiamo avanti: dove vorrebbe arrivare Il Chievo? 

La nostra speranza è migliorarci costantemente, il che significa raggiungere la più alta posizione possibile in classifica.

E Cacciatore?

Personalmente alla mia età credo invece gli obiettivi siano più limitati. All’inizio della propria carriera il sogno di ogni giocatore è poter vestire una maglia di uno dei grandissimi club italiani: a trentun anni, per quanto si possa far bene sul campo, credo ormai sia davvero difficile. Resto dunque coi piedi per terra e quindi penso soprattutto a dare il massimo con questa maglia. Anzi, il mio augurio è riuscire a poterlo fare ancora per tanti anni, proprio come è accaduto e accade tuttora a molti miei compagni.

Al tuo arrivo al Chievo, nell’estate del 2015, avevi detto che l’aspetto professionale su cui intendevi lavorare maggiormente era la fase difensiva. Osservandoti in campo si direbbe che i progressi sono stati eccellenti. Sei soddisfatto?

Credo innanzitutto che nella vita ci sia sempre da imparare e sia un dovere cercare sempre di migliorarsi. In questo caso, sì, con la maturità che ho acquisto nel frattempo penso di essere riuscito a perfezionarmi in questo aspetto del gioco. Il mio intento è proseguire così, cercare di esprimermi sul campo al massimo delle possibilità per ottenere i migliori risultati possibili. È un concetto che vale sempre: non solo per me ma per tutta la nostra squadra.

È la tua quinta stagione con Rolando Maran: quanto è stato ed è importante il mister per te?

Con lui ho un ottimo rapporto .Ormai ci conosciamo da tempo. Lo avuto sia da ragazzino a Trieste, che successivamente da adulto. Prima a Varese, poi, qualche anno dopo, al Chievo. È stato il mio allenatore nelle tre fasi cruciali della mia carriera. La conoscenza è reciproca: questo è certamente un aspetto importante che ha creato la sintonia giusta tra noi. Lui sa quello che posso dare quanto io so quello che vuole da me.

A proposito di persone importanti: l’abbraccio virtuale con tua moglie dopo il gol alla Sampdoria è stato a suo modo uno dei momenti più romantici della stagione. La domanda è forse pleonastica: quanto conta per te la famiglia?

Conta tantissimo. Dirò di più: è al primo posto assoluto. Senza mia moglie e le mie due bambine non potrei giocare. Fortunatamente Eleonora, Melissa e Matilde sono sempre al mio fianco. L’amore e la serenità che viviamo a casa mi permette e mi stimola a dare il massimo in campo. Il merito dei miei risultati sportivi e delle soddisfazioni professionali è da condividere con loro.

In campo per tutti sei “Hunter”, un “cacciatore” di nome e di fatto. Se potessi invece descriverti con un aggettivo, quale sceglieresti?

Bella domanda. Credo sia difficile giudicarsi: preferisco lo facciano gli altri, quelli che mi conoscono meglio. D’acchito potrei dire di ritenermi una persona estremamente semplice e tranquilla. Un ragazzo assolutamente normale.

Chi ti conosce bene dice che hai anche una grande passione.

E sì, è vero: è la moda. Ho anche aperto un negozio a Torino. Fin da quando ero ragazzino mi è sempre piaciuto seguire le tendenze, personalizzare il mio abbigliamento. A volte anche in maniera stravagante. Ma resta una passione, niente di più.

Da esperto di calcio e abbigliamento, parliamo di maglie e colori: il gialloblù del Chievo in serie A come lo vedi?

Direi molto bene. Speriamo duri sempre, come quei capi e quei colori che non passano mai di moda.

Al Bentegodi arriva la Spal degli ex. Quella contro Paloschi, Costa e Mattiello che partita sarà?

È una di quelle gare fondamentali della stagione. La Spal è una diretta concorrente nella lotta per conquistare la salvezza dunque sarà una partita importante per il nostro cammino. Mi spiace per gli ex compagni ma sul campo daremo il massimo per vincere. Non sarà una gara facile ma sappiamo anche che per noi arrivare al più presto a venti punti significherebbe molto.

Il calendario si fa fitto: mercoledì è in programma il secondo atto stagionale della stracittadina veronese. È una gara che ormai conosci bene. Anche in Coppa Italia Chievo-Hellas ha sempre il suo perché, no?

Un derby è sempre un derby, in qualsiasi competizione. È una gara importante e speciale per tutti. Sarà una bella sfida: l’augurio è che tanti nostri tifosi possano essere presenti al nostro fianco per sostenerci. Da parte nostra speriamo di regalargli un’altra soddisfazione con un’altra vittoria, proprio come era avvenuto nella prima partita con l’Hellas in campionato. Tifosi gialloblù, vi aspettiamo al Bentegodi.

Paolo Sacchi

(in esclusiva per Mondo Chievo #07)

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.