Una settimana da ricordare: due partite insidiose, sei punti fondamentali messi nel sacco. Per quanto i numeri e le statistiche enfatizzino la qualità delle prestazioni, limitare al risultato sul campo l’analisi dei successi contro Parma e Sampdoria sarebbe riduttivo. Così come in tutto il percorso iniziato quella domenica di fine ottobre contro il Genoa, il Chievo di Maran piace soprattutto per l’atteggiamento e per la compattezza. Pure nelle occasioni – come contro Fiorentina, Juventus e Napoli – in cui a sorridere alla fine sono stati gli avversari, il Chievo ha dimostrato di essere “squadra”, di avere un’identità definita, certamente qualità e, ultimo ma non ultimo uno spirito vincente. Un cocktail gustoso anche per chi assiste dagli spalti alle prove dei gialloblù.
“Adelante con juicio”, ovvero “avanti con attenzione”, per dirla con le parole del cancelliere Ferrer dei Promessi Sposi: è proprio l’equilibro tattico tra centrocampo e trequarti, unitamente al lavoro – talvolta oscuro – delle punte, uno dei fattori determinanti di questo cambio di marcia, ottenuto innanzitutto puntellando definitivamente la difesa. Al netto delle prestazioni individuali che in particolare nelle ultime due gare hanno sfiorato l’eccellenza per molti, a mio parere Meggiorini e Schelotto simboleggiano il momento e la crescita dei gialloblù. Il buon Riccardo, grande lottatore e ragazzo intelligente, ha aggiunto alle prestazioni di qualità anche i fuochi d’artificio: le reti straordinarie, come quella realizzata a Viviano, resteranno negli annali. Tecnica, versatilità e coraggio sono invece i valori aggiunti del Galgo, esibiti in ogni singola gara da quando ha ritrovato la migliore condizione. Per entrambi, la soddisfazione di essere entrati nel cuore dei tifosi dalla porta principale. Complimenti.
di Paolo Sacchi
