Chievo, occhio all’Atalanta

Raccoglie meno di quanto semina. Il bilancio d’inizio stagione dell’Atalanta di Gian Piero Gasperini non è proporzionale alla qualità di una rosa che, ad onor del vero, ha visto la Dea salutare alcuni elementi cardine del recente passato. Addio a Cristante, Spinazzola, Petagna e Caldara, compensati dall’argentino Rigoni, dal croato Pasalić e, su tutti, dal bomber ex-Sampdoria Zapata, acquisto che si colloca tra i più costosi della storia del club. D’altro canto la capacità di rigenerare talenti o produrre forze nuove pone perennemente alta la soglia delle aspettative riversate sull’Atalanta. Forte di un quarto e settimo posto conquistati in due ultimi tornei, dopo l’eccellente avventura europea della passata edizione la compagine bergamasca si era presentata ai nastri di partenza con l’obiettivo di mantener viva la propria corsa continentale e stazionare in patria nella parte alta della classifica. La prematura eliminazione (ai rigori) con il FC Copenhagen ha probabilmente destabilizzato un gruppo dotato di qualità e ottime referenze. Da allora, sono seguiti quattro K.O. e due pareggi in serie A, con relativa scivolata della formazione di Gasperini in una anomala posizione in zona retrocessione.

E VENNE UN UOMO. Due stagioni coi fiocchi, ora un momento difficile. Di Gian Piero Gasperini in discussione non sono certo le capacità ma semmai, ad oggi, la numerica dei risultati attuali. Dall’estate 2016 il mister nerazzurro ha plasmato l’Atalanta a propria immagine. Ne è uscito un capolavoro: ha trasferito a Bergamo i suoi concetti di calcio dinamico e aggressivo ammirati per anni con il Genoa. Difesa a tre, corsa, inserimenti, triangolazioni e spinta dalle linee esterne dove i terzini si trasformano in ali e viceversa. Il suo marchio di fabbrica si estrinseca in una fase di possesso in grado di annichilire ogni avversaria quando la tenuta è al top. Tra le precauzioni per l’uso, attenzione a non attendersi una formazione in fase calante né ad etichettarla col 3-4-3. La flessibilità è una delle armi vincenti del tecnico di Grugliasco, capace di modificare lo spartito a seconda della situazione contingente e soprattutto di rapide risurrezioni ogni volta in cui i risultati sembrano non arrivare.

L’IDOLO. Un giocatore che ogni tecnico vorrebbe a sua disposizione. Non solo del calcio reale, ma anche in quello virtuale del “FantaCalcio”, che premia i giocatori dotati della capacità di trasformare in gol o assist ogni pallone giocato. Questo è Alejandro Gomez, più noto con il nomignolo “El Papu”. Cresciuto in Argentina nell’Arsenal di Sarandí, le prove con l’San Lorenzo di Almagro lo hanno portato in Italia al Catania con cui si è affermato. Dopo una partentesi in Ucraina è stato accolto a braccia aperte dall’Atalanta. A Bergamo è esploso nel ruolo di attaccante in grado di dare un valore aggiunto anche giocando tra le linee. Fenomeno social  – ballo e canto tra le sue altre doti – sul terreno di gioco mostra grande abilità negli inserimenti da sinistra, nel dribbling secco e nelle conclusioni a rete. Oggi come ieri è un giocatore cardine nell’economia della formazione nerazzurra a cui è restata fedele nonostante le tante sirene di mercato.

Paolo Sacchi

Radiocronaca diretta integrale in esclusiva di Chievo-Atalanta su Stella FM (a Verona FM87.5) a partire dalle 14H50 e ampio dopopartita con diretta simultanea sulla pagina ufficiale Facebook dell’AC ChievoVerona.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.