Chievo v Roma – Intervista a Alberto Paloschi

Alberto Paloschi è tornato. Sulle prime pagine dei giornali. In cima alla lista dei giovani più promettenti del calcio italiano. Il noioso infortunio che gli è costato la prima parte di campionato è ormai alle spalle. Alla sua sesta stagione da professionista il bomber cresciuto studiando ‘da Pippo Inzaghi’ ora guarda al futuro con maggior serenità, senza però perdere di vista neppure un secondo del presente. Determinazione, lavoro, fatica e concentrazione sono le parole d’ordine di un ragazzo quasi 23enne col gol nel sangue che al suo debutto in Serie A fu definito come ‘predestinato’ al successo. La sua seconda annata in maglia gialloblù, quella dell’auspicata definitiva consacrazione, è finalmente decollata. La rete realizzata il mese scorso in occasione del suo rientro in azione contro l’Udinese è stato solo un piccolo antipasto. In rapida sequenza sono arrivate due grandi prestazioni. Prima con il Genoa, suggellata da una tripletta che gli ha fatto guadagnare il pallone del match, usanza secolare britannica da un paio di stagioni mutuata in Italia. Poi a Cagliari, domenica scorsa, ancora una rete, la quinto in cinque gare. Domandargli come si sente adesso sembra quasi pleonastico, vero Paloschi? “Sono contento, certo. Sono rientrato bene dopo oltre tre mesi di stop e ora spero di fare altri gol importanti nelle prossime gare”. La performance di Marassi è stata da incorniciare: a segno su rigore e su azione, di piede e di testa. In precedenza, nel Chievo in Serie A un ‘hat-trick’ nella stessa partita lo avevano messo a segno solo Sergio Pellissier e Oliver Bierhoff, due campioni. Ora anche tu sei nella storia del club…”E’ stato davvero bello segnare una tripletta. Devo però dire che la gioia è stata soprattutto l’aver potuto contribuire a vincere una partita delicata. Era fondamentale per noi muovere in avanti la classifica. Dobbiamo però continuare a lavorare sodo perché ci attendono altre gare importanti”. Star fuori in questi mesi è stata una sofferenza… “Sì, arrivavo da una buona preparazione estiva, mi sentivo bene fisicamente. Quando siamo rientrati a Peschiera a fine ritiro ho avuto questo infortunio. All’inizio sembrava una cosa da niente, invece alla fine mi hanno dovuto operare. Non ci voleva proprio. Adesso finalmente è tutto alle spalle, posso guardare al futuro”. A questo punto ti candidi per un posto da titolare fisso… “Da parte mia spero sempre di allenarmi bene e cerco, come si usa dire, di ‘mettere in difficoltà’ il mister nelle scelte. Poi è ovvio che le decisioni spettano a lui. L’importante è fare il bene del Chievo”. Quest’anno che obiettivi ti sei posto? “Quello personale è arrivare in doppia cifra nei gol segnati in Serie A, traguardo che finora non ho mai raggiunto. E’ ovvio che vorrei fossero tutte marcature importanti per la squadra, perché naturalmente l’obiettivo collettivo è raggiungere i quaranta punti che sono fondamentali per la permanenza in Serie A del Chievo”. Oltre alla maglia gialloblù guardando in prospettiva ne appare anche una colorata d’azzurro. C’è un appuntamento importante in Israele nel giugno prossimo per la Nazionale di Devis Mangia… “La convocazione per la fase finale degli Europei Under-21 dipenderà anche dal mio rendimento in questo campionato. Dovrò quindi lavorare bene col Chievo, cercare di segnare altre reti. A quel punto mi auguro che la chiamata per l’Under-21 possa arrivare di conseguenza”. Visto da fuori, Alberto Paloschi sembra il prototipo del bravo ragazzo: il figlio, il fidanzato ideale… “Sono un ragazzo normale che ha tutti gli hobby delle persone della mia età. Mi piace uscire con gli amici e divertirmi, come a tutti. La musica? Mi piace ascoltarla, ovviamente, soprattutto quella italiana. Prima delle partite adesso di solito metto su nelle cuffiette ‘Rewind’ di Vasco Rossi. E anche alcune canzoni che mi hanno accompagnato durante il periodo in cui ero infortunato. Mi fanno ricordare tutto il percorso che ho dovuto seguire per tornare a giocare, quanto ho sudato. Perché quando ti manca una cosa importante, come ad esempio giocare la domenica, quando devi modificare la tua routine quotidiana, ora che posso riviverla, l’apprezzo ancor di più e voglio tenermela ben stretta. Il quarantatré è un numero di maglia un po’ insolito. Perché l’hai scelto? “Mi era stato assegnato casualmente quando ero al Milan ancora prima del mio debutto. E’ stato un segno del destino perché coincide con la data di nascita di mia nonna che non c’è più. E’ diventato un mio portafortuna e così ho deciso di riprenderlo”. Si avvicinano le feste, hai già programmato cosa farai in quei giorni? “Andrò in montagna con la mia famiglia. Trascorreremo una settimana lì, tutti insieme”. Rilanciata la classifica, prima di pandoro e panettone sono in programma un paio di sfide interessanti, a iniziare con la visita al Bentegodi dei giallorossi di Zeman. Poi il 4 gennaio è il tuo compleanno e non sarebbe affatto male farti qualche altro bel regalo, direttamente sul campo… ”Lo spero proprio. Per un attaccante è sempre importante far gol e mi auguro di segnarne altri nelle prossime partite e chiudere davvero bene questo 2012”. E’ tempo di auguri… Allora ne approfitto per farli ai tifosi gialloblù: buon Natale e felice anno nuovo a tutti. Speriamo nel frattempo di fare più punti possibili con Roma e Torino trascorrere quindi le feste ancora più contenti!”.

di Paolo Sacchi (MC 08)

Paloschi

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.