Cosa vendiamo? Bella domanda, vero? Ridotti allo stremo, agenzie e tour operator per riaprire dovrebbero seguire protocolli – dall’efficacia da dimostrare – e investire altri denari senza la garanzia di sopravvivere non tanto al virus quanto per la difficoltà (eufemismo) di proporre alla clientela “prodotti” vendibili per via delle restrizioni a spostamenti e distanziamento. Tra un tira-molla e l’altro, oggi dovrebbe essere licenziato da Palazzo Chigi il decreto che, nell’auspicio di chi nel settore del turismo ha investito soldi e ci lavora, dovrebbe aiutare a gestire il domani ma anche a creare le basi per un rilancio del comparto che include agenzie e TO, il più penalizzato tra quelli colpiti dal Covid-19.
Le anticipazioni non sono promettenti, in linea con una Fase-2 in cui finora strategie e ricette appaiono confuse e controverse. A breve il mondo dei viaggi avrà un’idea più chiara su quanto ossigeno e attenzione la politica è disposta a concedergli, dopo averlo spesso ignorato a livello istituzionale. Nell’attesa, si tenga ben stretto un merito inconfutabile: nel frattempo è riuscito a compattarsi come mai era avvenuto prima, con consapevolezza e dignità professionale. L’auspicio è che tutto questo non vada perduto, perché le premesse dicono che domani servirà ancora