Febbre a 90

Novanta come i minuti di una partita di calcio. O come quelli del lotto o della tombola. A dirla tutta, c’è poco di casuale nella storia del Chievo che oggi festeggia il suo novantesimo compleanno. Un’ascesa unica nel suo genere, almeno per il calcio italiano. Un piccolo club di quartiere che, partito dalle fondamenta della piramide, passo dopo passo riesce a emergere fino a collocarsi dove l’aria è più rarefatta, dove è impossibile rimanere se non si hanno capacità e attributi.

Tanti, tantissimi gli alti, rarissimi i bassi. Le candeline devono essere spente con gioia, sia guardando al passato che al presente. Trentacinque anni fa il Chievo era in serie D e già sembrava un miracolo. Invece era solo l’antipasto di una strepitosa cavalcata. Serie C2, poi C1, e ancora serie B. Da lì, ancora più su, in serie A, fino all’Europa. Chissà quanti pizzicotti si sono dati negli anni coloro che del club gialloblù ne hanno gestito o seguito i passi fin dal vecchio campetto del Bottagisio. Se è vero che le aziende, e di conseguenza le società calcistiche, restano mentre le persone passano, è evidente che per concretizzare quanto è avvenuto nella seconda parte della storia del club ci sono voluti uomini dalle capacità non comuni. Dalla famiglia Campedelli a Saverio Garonzi, da Giancarlo Fiumi a Giovanni Sartori, per citare i più noti e probabilmente i più bravi tra tanti eccellenti collaboratori che hanno prestato la propria competenza dietro le quinte, lasciando il palcoscenico – per altro meritato – a calciatori ed allenatori. Bravi e intelligenti nel sapersi calare in un universo decisamente lontano dalle grandi piazze del football nostrano.

Nella smorfia, novanta è il numero della paura. Sensazione che, anche al Chievo, quantomeno circoscritta agli ultimi mesi e in parte indotta, è capitato provare. Oggi la tensione di ieri appare alle spalle e comunque sia non può inficiare il giudizio e il valore di una storia straordinaria. Che è ripartita con al timone, tra i dirigenti, in panchina e in campo, coloro che questo club più di tutti lo rappresentano.
Buon compleanno Chievo.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.