La carica di Mariusz

Lo squillo di tromba si è sentito. Forte e chiaro. Anche se in Sardegna il Chievo è rimasto ancora all’asciutto di punti, nella seconda parte della gara contro il Cagliari la formazione di Ventura ha cambiato passo. Il colpo di testa di Stępiński, valso la rete del 2-1, è stata una sorta di primo segnale di riscossa. Ne parliamo proprio con Mariusz, finora autore di tre marcature che portano il bottino complessivo dell’ariete gialloblù a quota otto in serie A.  Il suo perfetto italiano è lo specchio della capacità d’adattamento e lo spirito di un centravanti che sta confermando le interessanti premesse sia tecniche che tattiche che ne hanno stimolato l’arrivo dal Nantes nell’agosto del 2017.

 

Tanti complimenti per te, Mariusz. Però leggere la graduatoria della serie A questa settimana fa una brutta impressione. Quali sono le tue sensazioni? È vero, a Cagliari è arrivata un’altra sconfitta ma nella prestazione del Chievo sono stati notati segnali positivi. Domenica scorsa è stato fatto un passo in avanti rispetto all’atteggiamento e all’organizzazione di gioco mostrata nelle ultime gare. Spero sia la prova che stiamo imboccando la strada giusta. E che questo modo di giocare ci permetta, già dalla prossima partita, di fare risultato.

A Cagliari è stata una sfida particolare: vi conoscevate bene a vicenda. Certo è che quel gol di Pavoletti dopo un quanto d’ora non ci voleva proprio. In settimana ci eravamo preparati e allenati proprio per gestire situazioni simili sui movimenti nelle palle da fermo. Davvero dispiace subire una marcatura in una situazione studiata. Quel gol ci ha un po’ condizionato. Però la nostra reazione c’è stata. Il rammarico è non essere riusciti a concretizzare quanto creato nella parte finale del primo tempo così come all’inizio del secondo. E concedere il raddoppio a Cagliari.

Quello delle palle gol mancate è uno dei rimpianti di questa prima parte di stagione. È vero ed è un peccato che non si riesca a concretizzare sempre le opportunità che creiamo. Anche alla Sardegna Arena ne abbiamo avute diverse e purtroppo alla fine è arrivata una sconfitta il che dispiace ancor di più. Se guardiamo l’aspetto positivo è aver creato tanto, come a Cagliari. Ora dobbiamo solo guardare avanti: non ci resta che provare a far meglio da domenica prossima. In ogni gara dovremo cercare di vincere. Ci servono punti, farne tre dev’essere l’unico nostro obiettivo. Creare, segnare e vincere, non c’è un’altra strada.

Sono tanti i giocatori polacchi nella serie A. Mentre Krzysztof Piątek del Genoa sta strabiliando nei panni di bomber, il tuo compagno Paweł Jaroszyński da qualche settimana è tornato titolare. Secondo la stampa di settore a Cagliari è stato tra i più positivi. Concordi? Sono d’accordo. Domenica Jaro ha giocato una grande partita. Sono convinto che continuando così abbia la possibilità di diventare un grande terzino sinistro. Non solo con la maglia del Chievo: in prospettiva anche per la Nazionale polacca.

Non sei uno che ama auto-celebrarsi ma anche Stępiński, insomma, potrebbe essere uno da Nazionale: cinque gol nella scorsa stagione, già tre in questa… Sono un attaccante, segnare è il mio compito ma la classifica dei cannonieri mi sta molto meno a cuore rispetto a quella della squadra. Credetemi, non è importante chi mette la palla in rete: l’obiettivo è vincere. Oggi siamo ultimi ed è l’unica cosa su cui dobbiamo concentrarci. È implicito che i miei gol debbano servire a fare punti, quindi ovviamente spero di farne tanti. Se il Chievo recupererà terreno in campionato grazie alle mie marcature, tanto meglio. Per ora non sono bastate, quindi serve dare ancora di più.

In questo inizio di campionato ti sei dato da fare in tutte le situazioni d’attacco e non solo. Il mio compito è anche quello di lavorare anche in fase difensiva, anche se è ovvio che il mio contributo venga valutato soprattutto in base a quel che riesco a fare in area di rigore. Il che significa dover segnare quanto più possibile. L’importante è però che le reti servano alla squadra a fare risultato. Quella realizzata a Cagliari, ad esempio, non è bastata a fare punti.

A Verona come ti trovi? Qui sto bene. Vivo in una città bellissima. Perfetta per me: sono un tipo tranquillo, che del vostro Paese ama soprattutto la cucina e la musica. La Polonia? Anche se ho vissuto a lungo all’estero la porto sempre nel cuore: lì ho aperto una fondazione benefica – “Pomagamy Od Serca”, letteralmente “aiutiamo dal cuore” – per sostenere i bambini poveri e i bisognosi di cure.

Sul campo invece domenica hai segnato nella porta in cui avevi realizzato il tuo primo gol in serie A al tuo debutto italiano. Ti sei fatto un bilancio personale dopo un anno nel Chievo? È stato un anno in cui posso dire di aver imparato tanto. Però preferisco che a giudicare siano coloro che mi hanno osservato in questi mesi. Mi auguro, questo sì, che le opinioni convergano con le mie sensazioni positive. Personalmente, da quando ho messo piede a Veronello, ho cercato di fare il massimo, in allenamento come in partita. Per me è ciò che conta davvero.

A proposito di allenamenti: come si lavora con Gian Piero Ventura? Il mister è un uomo di grande qualità ed esperienza. Da parte nostra crediamo nel suo progetto e di conseguenza dobbiamo credere in noi. E farlo tutti insieme: secondo me il mister sta seguendo la strada giusta. Il nostro compito è mettere in pratica le sue idee e i suoi insegnamenti ogni volta che scendiamo in campo. Sono certo che i risultati arriveranno. In questi mesi avete cambiato diversi moduli di gioco.

Dall’arrivo di Ventura il Chievo schiera un giocatore al tuo fianco in attacco. Come ti trovi? Non ho problemi a giocare come decide l’allenatore ma in effetti questo modulo in cui siamo due attaccanti mi piace e non mi fa sentire solo là davanti. Il mister ha scelto questo schema: noi abbiamo il compito di cercare di applicarlo al meglio. Sono certo potrà aiutarci a ottenere risultati positivi nelle prossime partite.

In fase d’impostazione nell’ultima gara avete operato su una fase di possesso prolungata che parte dalla difesa con accelerazioni verso il settore offensivo. Se da un lato è ovvio non possa funzionare tutto alla perfezione dopo tre settimane di lavoro con un nuovo allenatore, credo che a Cagliari si sia dimostrato un netto miglioramento rispetto a sette giorni prima con l’Atalanta. È questa la strada da seguire. L’ultima prestazione ci dà fiducia. Siamo consci di cosa dover fare d’ora in poi. Non è bastato ancora a far risultato ma con il Sassuolo possiamo, anzi dobbiamo giocare per i tre punti.

Il Sassuolo, appunto. Che partita ti aspetti? D’ora in avanti non è importante il nome o la forza dell’avversaria. Sappiamo solo che ci serve vincere. Tutto qui.

Paolo Sacchi

(Foto Udali/AC ChievoVerona)

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.