Per sorridere della superficialità con cui alcune testate raccontano o analizzano la quotidianità, purtroppo ahinoi dalle più prestigiose fino a Piripicchio.it, nel mondo della meno seria delle cose serie (il calcio) ci ha colpito la presentatazione della nuova maglia da trasferta del Manchester City da parte di alcuni media italiani. Qui non serve scomodare @Roberto Gotta ma è sufficiente essere minimamente competenti o appassionati di calcio per captare in poche righe che il titolo “Manchester City, la nuova maglia omaggia i colori del Milan” è in buona parte fuorviante.
Scrivono: «Il Manchester City ha presentato la nuova divisa da trasferta, a righe rosse e nere, dichiaratamente ispirata al Milan. Nel video di lancio la squadra inglese ripercorre tutti i simboli della città di Milano, dai tradizionali tram all’«Ultima cena» di Leonardo da Vinci, fino ai volti dei più noti giocatori del Milan». Il tutto come se fosse una novità pazzesca. Peccato, perchè come in ogni campo, la curiosità e lo stimolo ad approfondire avrebbe fatto la differenza. E garantito una informazione completa.
Oltretutto il brillante video promozionale realizzato dal club inglese per promuovere la divisa in realtà avrebbe offerto ogni spunto per essere meno approssimativi e auto-celebrativi. È vero che il riferimento della maglia a strisce è ai rossoneri e, nella rielaborazione del marketing dei Citizens, allo stile italiano, ma è il pretesto per celebrare la reintroduzione di una divisa che esiste da oltre mezzo secolo, utilizzata costantemente fino al 2013 e introdotta (davvero ispirata al Milan, ma ne parliamo un’altra volta per non tediare) alla fine degli anni 60 da Malcom Allison, allenatore vincente in un periodo che coincide con l’epoca più felice del City fino a quella recente. In più, giusto per fare un minimo di analisi della narrazione, ci sarebbe pure da apprezzare l’autoironico contrasto tra Milano e la “ruvidità” di Manchester, un dispositivo per valorizzare l’identità locale. Video super ma pezzo davvero da compitino, da specialisti in agiografie. Peccato: per quanto il tema sia banale, i lettori penseranno che il Manchester City ieri ha inventato una divisa ispirata al Milan che invece esiste da cinquantacinque anni.
Non un grande esempio d’informazione, insomma, in un epoca in cui, scrollando sui social o in rete, vittime degli algoritmi, ci tocca veder comparire articoli di approfondimento scitti da giornalisti veri seguiti da pezzi copia-incolla da siti esteri se non analisi da bar spacciate per opinionismo.