Maniere forti

À al guerre comme à la guerre. Ogni situazione va accettata per ciò che è. Dunque, l’importante è adattarsi e prevedere le relative contromisure. Dopo il pari ottenuto a Cosenza, a due giorni dalla partita con il Crotone Michele Marcolini ha fatto due conti. L’analisi delle qualità degli avversari – a Verona si è apprezzata la compagine più ostica incontrata finora – incrociata con qualche sofferenza di troppo nelle recenti letture difensive sulle linee esterne gialloblù, gli ha suggerito un cambio di modulo preventivo. Quando un gruppo segue il proprio mister, anche se le variazioni in corso d’opera avvengono con poco tempo a disposizione, un problema può trasformarsi in opportunità. Così è stato: per una volta il 4-3-1-2 è finito in panchina. Schierata eccezionalmente a tre, la difesa ha retto l’urto contro Simy e compagni. I numeri parlano da soli: nel primo tempo, oltre al rigore concesso, tranne in una circostanza gli “Squali” sono stati costretti a girare alla larga da Šemper.

La virtù dei forti

La qualità dello spirito di gruppo si stima in particolare nella gestione dei momenti di difficoltà. Un plauso per la vittoria va condiviso dunque anche con chi finora è stato utilizzato con minor frequenza dal tecnico nato a Savona. Al netto della loro ridotta esperienza, LeverbeBertagnoli e, sabato scorso, al debutto assoluto, Cotali, chiamati all’appello in contesti non facili, non si sono tirati indietro. Se purtroppo – e qui c’è da lavorare – ancora una volta il Chievo è stato il primo a dover andare a raccogliere il pallone nella propria rete, è anche vero che, dopo l’ennesima partenza ad handicap ha saputo reagire con grande determinazione.

Emanuele Giaccherini festeggia il gol al Crotone (Foto ACChievoVerona)

La pazienza notoriamente è la virtù dei forti: Esposito, Segre, Dickmann, Rodriguez e compagni si sono aggrappati all’organizzazione scandita dai movimenti ormai automatici di un undici in cui l’ispirazione arriva dalla vecchia guardia, da Meggiorini e Cesar, per essere poi esaltata dalla cifra tecnica di alcuni elementi fuori categoria come Giaccherini. Anche a mezzo servizio, uno come il Giak può fare la differenza con una sola giocata. La tecnica da sola però, si sa, non basta per vincere le partite: è la compattezza, unita alla volontà, l’ingrediente neppure troppo misterioso che finora ha permesso al Chievo di estendere a nove gare la serie di risultati utili consecutivi attraverso una vittoria importantissima.

Cartellino rosso

Tra le istruzioni per l’uso del campionato cadetto compare in grassetto un capitolo relativo all’agonismo. L’aggressività è inequivocabilmente una delle carte utilizzate da molte compagini. Formazioni come quella di Marcolini, molto tecnica e, in alcuni settori, giovane e leggera, sanno già che, in casa o fuori, troveranno spesso avversari meno dotati tecnicamente di loro ma disposti a usare le maniere forti. Come in altre occasioni, anche contro il Crotone ci si è dovuti confrontare con chi non ha alcuna intenzione di fare sconti in termini di approccio fisico. Il che, per proprietà transitiva, se eccessivo e regolato disciplinarmente da un arbitro accorto, alla fine conduce a rischi disciplinari.

Martedì sera è stato impossibile per il Sig. Marinelli, peraltro molto parco nella gestione dei cartellini, non estrarre il secondo giallo nei confronti di Zanellato. Anche se a fine partita tra gli ospiti non sono mancate le polemiche per il rosso al giocatore, va detto che la sua ingenuità è stata pari alla maniera scomposta con cui si è inoltrato a metà campo in un pericoloso tackle scivolato nei confronti di Leverbe. Numeri alla mano, quella del centrocampista calabrese è la sesta espulsione “favorevole” ai gialloblù in dieci gare, tra dirette e per doppia ammonizione. Non poche, insomma. Anzi, un indicatore di un certo approccio alla gara di chi si deve confrontare con il Chievo. Non tragga dunque in inganno il nome del Golfo dei Poeti, sulla cui sponda andrà in scena la prossima gara di campionato: anche a La Spezia è presumibile sarà, sportivamente parlando, una battaglia.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.