Mazinga non basta

Genova, 17 febbraio 1982; Sampdoria-Torino

Nell’inverno del 1982 la Sampdoria ha grandi velleità. In effetti, lo  si era intuito già da un paio d’anni. Un imprenditore, romano d’origine, sta investendo molti soldi nel club. Si chiama Paolo Mantovani, vive e lavora a Genova. È un grande appassionato di calcio: inizialmente si era avvicinato ai colori rossoblù, tanto da decidere, a metà degli anni sessanta, di acquistare due abbonamenti in una campagna per evitare la cessione di Gigi Meroni. Constatata l’inaffidabilità della proprietà di quel tempo – il giocatore viene venduto al Torino nel giro di poche settimane – la parentesi genoana si chiude rapidamente. L’amore per il pallone però è tanto: così, qualche anno più tardi, con un bel gruzzolo proveniente dai cospicui guadagni nel settore petrolifero, Mantovani decide di acquistare la Sampdoria. È il 1979 e improvvisamente i blucerchiati iniziano a guadagnare credito dopo anni in chiaroscuro. Il nuovo presidente investe in maniera accorta: in tecnici, uomini, giocatori e pure tifosi. Nelle scuole iniziano a girare biglietti omaggio per portare i bambini allo stadio. Operazione che sarà seguita, qualche anno più tardi, dall’organizzazione del Torneo Ravano dedicato alle scuole elementari e medie della Liguria.

Insomma, per questo motivo, un mercoledì pomeriggio di febbraio siamo allo stadio con uno dei pochi compagni di classe doriani. Marco Lari, che nella vita diventerà architetto, non ha bisogno di giri di parole per convincerci a seguirlo allo stadio a vedere la semifinale d’andata di Coppa Italia tra Samp e Torino. L’unico inghippo è che la vedremo nella sud in mezzo agli ultrà blucerchiati. Sarà comunque un’esperienza piacevole e curiosa: quel giorno inizieremo a percepire le diverse aspettative ed attitudini delle tifoserie. La partita è combattuta alla pari, nonostante il Doria sia una compagine di alta serie B e il Toro allinei gente come Beppe Dossena e Paolino Pulici. Quando Giovanni Guerrini piazza in rete il gol del doppio vantaggio intorno a me si pregustano già la qualificazione alla finale. Nell’epoca dei primi grandi manga – noi ci limitavano a definirli cartoni animati giapponesi – sembra naturale che un’impresa del genere possa essere decisa da un giocatore il cui soprannome è Mazinga. Invece un golletto – invero immeritato – degli ospiti strappato al novantesimo agevolerà i granata nella gara di ritorno: il mondo reale non ha sempre un lieto fine. Grazie alla rete in traferta sarà il Toro a passare il turno, per poi aggiudicarsi la competizione in finale con l’Inter. Una mezza delusione per l’amico Marco e anche per Paolo Mantovani. In ogni caso, la consolazione non tarderà ad arrivare: con gli anni avranno ampiamente modo di rifarsi.

Paolo Sacchi

Sampdoria 2-1 Torino

Marcatori: Rosi 7′ (S), Guerrini 84′ (S), Bertoneri 90′ (T)

Sampdoria: Conti P., Ferroni (al 10′ Capannini), Vullo, Sala P., Guerrini, Bellotto, Garritano, Manzo, Zanoni, Roselli, Rosi (al 36′ Sella). All.: Ulivieri.
Torino: Terraneo, Cuttone, Danova, Ferri, Van De Korput, Beruatto, Bonesso (al 60′ Mariani), Bertoneri, Dossena, Sclosa (al 46′ Ermini), Pulici. All.: Giacomini.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.