Merckx e la dignità della sconfitta

n un mondo che celebra i vincitori e relega all’angolo i perdenti, le sconfitte di grandi campioni finiscono per essere archiviate come incidenti di percorso, sovrastate dai loro successi. Proprio perché si impara più arrivando secondi che primi, ci sono invece storie di sconfitte che meritano di essere raccontate. Lo abbiamo fatto con Lorenzo Fabiano, alla presentazione del suo “La presa della Bastiglia”. Scrittore e innamorato di ciclismo ha voluto analizzare il valore di una celebre sconfitta attraverso un racconto lungo le strade Tour de France, la corsa più famosa al mondo. Ha ripercorso l’ultima e unica volta in cui Eddy Merckx non vinse sulle strade di Francia in una serata speciale in compagnia di due gregari dell’epoca come Pietro Guerra e Pietro Campagnari.
«Un vecchio refrain dice per imparare a vincere bisogna saper prima perdere. Tuttavia è altrettanto vero che per uno perennemente abituato a vincere, dev’essere difficile accettare di perdere.» Così è stato per Merckx, forse il più grande ciclista di ogni tempo. Ha lottato fino all’ultimo per superare Bertnard Thévénet in un tour in cui, sfortuna, imprevisti e infortuni lo hanno perseguitato. Anziché ritirarsi, come molti gli consigliavano, finirà secondo, onorando sé stesso, la corsa e il vincitore.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.