Passpartout

Philippe Daverio non lasciava indifferenti. Abbigliamento eccentrico (“i vestiti sono come i libri, mi sono cresciuti addosso”), voce roca quanto accogliente, pacata e intrisa di meraviglia, senso del gusto, una cadenza e un accento aristocratico, affascinante, che trasmetteva il suo curioso mélange in termini di eredità ed estrazione culturale europea.

Della straordinaria capacità divulgativa legata all’arte si conosce ormai tutto, ancor di più per chi ha avuto il piacere di apprezzarlo di persona. La dolorosa perdita di quest’uomo che pareva catapultato dalla Belle-époque al nuovo millennio sotto sotto solleva alcune considerazioni. Gallerista, esperto d’arte e uomo di cultura da sempre ben noto nei circoli, Daverio era diventato celebre presso il grande pubblico a cinquant’anni (!) grazie alla televisione e alla trasmissione di Rai 3 “Passepartout“. Per chi tuttora vive con la tv come universo di riferimento non si tratta di un fatto particolarmente curioso, così come per chi piange – giustamente – per l’anomala e prematura cancellazione del programma, tuttora amato dal pubblico per la chiarezza del messaggio, l’originalità della struttura e la trasversalità dei contenuti che avevano avvicinato al mondo della cultura centinaia di migliaia di italiani.

La domanda che nasce quasi spontanea è se quella scatola che oggi è diventata sottile sottile, domani potrà essere un mezzo altrettanto efficace per trasmettere cultura e attirare generazioni che apparentemente usano altri media per informarsi.E se è vero che paura ed invidia possono essere stati non indifferenti motivi alla base della rimozione di Passpartout (una regola che peraltro vale sempre quando a decidere è qualcuno che soffre per la propria inadeguatezza), domani (cioè oggi) che per avere il “passpartout” per intercettare ciò che potrebbe interessarci ci dovremo rivolgere alla rete, sarà un’opportunità oppure un rischio la selezione affidata agli algoritmi?

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.