“Ripartire insieme”: Agenti di viaggio e operatori tra emergenza e futuro

Da Verona a Roma si chiede aiuto alle istituzioni, con la consapevolezza della dignità professionale di uno dei settori più colpiti sul piano economico dal coronavirus.

Si piega ma non si spezza. Nonostante tutto, il settore del turismo guarda avanti. Colpito duro più che mai da una nuova emergenza internazionale, ha già iniziato a rialzare la testa. Sulla linea del fronte ci sono loro, gli agenti di viaggi. Con i tour operator rappresentano un comparto tra i più penalizzati dalla pandemia. Ma anche il più reattivo. Per ripartire, si fa quadrato: la campagna #nonsmetteremodiviaggiare ha chiamato a raccolta realtà agenziali di tutta Italia. Nel mentre, la petizione #ripartiamodallitalia vede allineata la distribuzione ai T.O. e agli organizzatori di eventi come capofila del “Manifesto per il Turismo Italiano“. L’appello, articolato in cinque punti e promosso da Astoi – la Confindustria dei settore – e da Fto, è rivolto alle istituzioni, a tutti coloro che vivono di turism\o e agli italiani per salvare “uno dei pilastri dell’economia, della società, della cultura del Paese”.

La campagna promossa da Astoi e Fto su Change.org

Le agenzie di viaggio veronesi sono da sempre una sorta di modello virtuoso di cooperazione e scambio di idee. Nella provincia scaligera sono attive 259 licenze. Non certo poche. L’azzeramento delle partenze imminenti ha avuto un impatto enorme sul loro giro d’affari. Le prenotazioni estive si sono fermate ma per Emanuela Poiesi, agente tra le referenti locali dell’iniziativa #nonsmetteremodiviaggiare nata a Roma un mese fa dall’idea di due colleghe e stimolata da una pagina social che conta oltre seimila iscritti, l’unica strada da non percorrere è quella del piangersi addosso. «Abbiamo la consapevolezza che dovremo rimboccarci le maniche – racconta – e ripartire quasi da zero. È dunque necessario avere fiducia innanzitutto in noi stessi. Il paradosso è che non ci siamo mai fermati neppure in queste settimane, al contrario di quello che potrebbe pensare chi non conosce il nostro lavoro.» Il momento non è semplice da gestire. «Oggi stiamo consapevolmente lavorando in perdita, ma l’importante è stato affrontare questa fase a testa alta insieme ai tour operator. Abbiamo dovuto gestire ogni prenotazione daccapo e riesaminarla, tra voucher, annullamenti, posticipi di partenze, pagamenti, con i clienti che ci chiedono cosa succederà. Non ci siamo abbattuti. Anzi, ne parlavamo in una chat tra colleghi veronesi: forse mai come negli ultimi mesi abbiamo ricevuto attestati di stima tra i più belli di tutta una vita professionale. All’opinione pubblica forse è sfuggito ma non ai clienti in viaggio: quando sono iniziati i contagi del coronavirus qui da noi, in giro per il mondo c’erano centinaia di italiani, bloccati dalle cancellazioni delle rotte aeree e dai problemi della chiusura delle frontiere. I tour operator e le agenzie hanno riportato a casa tutti, sani e salvi. È stato un grandissimo risultato sul piano umano e lavorativo.» E domani come si riparte? «Aspettiamo e vedremo. La crisi economica successiva alla fine del lockdown potrebbe veder ridimensionate le prospettive d’investimento di alcune tipologie di clientela. In compenso molti viaggi di nozze sono stati posticipati. È difficile fare previsioni sul territorio: tra Verona città, provincia e lago potrebbero esserci risvolti differenti.»

La rabbia e l’orgoglio 

Se per le agenzie di viaggi sul piano operativo è una periodo estremamente impegnativo, lo è altrettanto in sede pubblica. «Stiamo cercando di far sentire la nostra voce. Innanzitutto con le istituzioni ma anche con i media – spiega da Roma Enrica Montanucci, portavoce di #nonsmetteremodiviaggiare – anche perché in pochi hanno davvero idea di quel che stiamo attraversando.» Quando si potrà tornare a viaggiare oggi è prematuro pianificarlo. «Siamo consapevoli di dover restare lucidi e fare un passo per volta, giorno per giorno. È una situazione in continua evoluzione, sia sul piano sanitario che normativo. Penso che non abbia senso né sia utile, anche sul piano psicologico, guardare troppo avanti, nella speranza che presto si possa ripartire.» Il settore del turismo è sempre il primo a pagare il conto più salato in queste situazioni. «Mi fa rabbia. L’indefinibilità di quanto ci è accaduto stavolta quasi disorienta.»

Il banner del movimento su Facebook

I volumi dell’impatto economico sono impressionanti. Fa quasi male elencarli: «Solo il turismo organizzato, dunque limitando il conto a tour operator e agenzie – continua Montanucci – coinvolge tredicimila imprese e settantamila addetti. Valiamo il tre per cento del Pil italiano. Se poi aggiungiamo tutto il resto del comparto ricettivo arriviamo al tredici per cento del Pil e numeri ulteriormente più grandi. Tante famiglie.» Il movimento degli agenti nasce in un periodo storico senza precedenti. «Lavoriamo con lo stesso obbiettivo di tutte le associazioni di categoria: stiamo raccogliendo le deleghe attraverso dei rappresentanti regionali per creare delle richieste formali da presentare alle istituzioni. L’intenzione è mettere sul tavolo le nostre idee: ammortizzatori sociali, fondi di indennità, convertibilità del credito d’imposta sugli affitti da girare al locatario anziché al locatore.» Niente voli pindarici, insomma. «Chiediamo alle istituzioni maggiore attenzione. Abbiamo fiducia che il prossimo decreto avrà un focus sul turismo rispetto al “Cura Italia”. A noi servono almeno sei mesi di tempo per ripartire. I sondaggi oggi dicono che il 70% degli italiani vorrebbe poter andare in vacanza ma siamo consci che, purtroppo, tutto avverrà per gradi. La sensazione è che prima si metterà in moto il turismo interno, poi a ruota, e speriamo poi avvenga prima possibile, nel resto del mondo. Nel frattempo abbiamo anche un altro obiettivo: rafforzare quanto possibile la visibilità e la dignità professionale dell’agente di viaggio italiano.»

Roma chiama, Verona risponde. Poiesi ribadisce i concetti, «orgogliosa di dire che qui a Verona sono anni che facciamo squadra. Ci ammirano anche per questo. Sappiamo bene che se ci si confronta anche tra concorrenti si lavora meglio tutti e alla fine i clienti apprezzano. Quanto avvenuto nell’emergenza ha ulteriormente dimostrato quanto sia importante, se non fondamentale, affidarsi ad un professionista anche per una vacanza in apparenza semplice. Abbiamo fatto la differenza grazie alla nostra onestà intellettuale quando prenotiamo i servizi nell’interesse del cliente e alla capacità di gestirli: non si tratta certo di due clic come qualcuno a volte crede. Dobbiamo ripartire da qui e non vediamo l’ora di farlo.»

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.