Uscita vietata

Brescia, 30 gennaio 2011; Brescia-Chievo

“Non si può uscire, mi spiace, dovete aspettare”. Il poliziotto a cui chiediamo da che parte dovremmo passare per abbandonare lo stadio Rigamonti a circa mezz’ora dal termine di Brescia-Chievo è irremovibile. Chiede pazienza e di attendere un momento migliore. La situazione è curiosa: mentre ci era già capitato di venire fermati a un ingresso, questa è la prima volta procedendo nella direzione opposta.

All’esterno dello stadio in realtà è evidente stia tirando brutta aria. Un centinaio o forse più di ultrà  bresciani si è radunato per cingere d’assedio il portone principale della struttura da cui escono dirigenti, calciatori e giornalisti. Sono furiosi. Sarà che con lo stomaco pieno si ragiona meglio e, come tutti d’altronde, hanno saltato il pranzo per assistere a questa partita iniziata alle dodici e trenta. Piuttosto a far saltare i loro nervi è la sconfitta per tre a zero che ha confermato lo stato di salute precaria della formazione di casa, non modificata dal cambio in panchina di quattro settimane prima. Arrivato al posto di Iachini, Beretta ha imbroccato una serie non migliore del predecessore. Anzi, contro il Chievo il Brescia non è pervenuto: Un tempo con poche idee, poi doppia zampata di Pellissier a cavallo dell’intervallo e buonanotte. Insomma, la curva – anzi, le due curve, visto che qui sembra che i tifosi non vadano d’accordo tra loro – su una cosa sembrano avere comunione d’intenti: far capire con le cattive che così non si può continuare. Urlando e battendo i pugni bloccano l’accesso principale dello stadio, pretendendo un incontro “faccia a faccia” con giocatori e tecnico. Beretta, che comunque non sembra il bersaglio grosso della rabbia, sembra declinare. Dal parlottare tra qualche poliziotto in borghese con dirigenti e un paio di giocatori del Brescia si intuisce che l’obiettivo sia formare una “delegazione” da consegnare in pasto ai tifosi e dunque sbloccare lo stallo in maniera incruenta. Una situazione tragicomica: trovare un paio di volontari che dovranno andare a rapporto da un gruppo di esaltati è l’unica via d’uscita, anche in senso letterale.

Nel mentre in cui scorgiamo il volto perplesso di Andrea Caracciolo, prescelto capodelegazione in quanto apprezzato dai tifosi nonché capitano, riproviamo a chiedere di uscire, anche perché fa freddo e si sta facendo tardi. L’attenzione fuori si è ormai spostata sul drappello che sta ascoltando la verbalmente aggressiva ramanzina ultrà sul rispetto della maglia e l’impegno in campo. Il momento è perfetto: “dove avete la macchina?” Chiede un poliziotto al sottoscritto e a un ex giocatore del Chievo, evidentemente personaggi insignificanti per gli ultrà. “Laggiù, a sinistra”. “Okay, veloci però”. “Grazie, arrivederci, e buona domenica!”.

Paolo Sacchi

Brescia-Chievo 0-3 (0-1)

Marcatori: 45′p.t. Pellissieri  2′s.t. Mandelli, 49′s.t. Pellissier

Brescia: Arcari; Zebina, Bega, Mareco, Zambelli; Cordova (13′s.t. Hetemaj); Diamanti, Filippini, Konè (19′s.t. Daprelà), Eder (28′s.t. Lanzafame); Caracciolo. All.: Beretta.

Chievo: Sorrentino; Frey, Mandelli, Andreolli, Mantovani; Fernandes, Rigoni, Constant; Bogliacino (32′s.t. Marcolini al 35′s.t. Sardo); Pellissier, Thereau (17′s.t. Moscardelli). All.: Pioli.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.