Italia al playoff, Svizzera qualificata. Così finisce una serata in cui l’Irlanda del Nord si conferma compagine ostica per gli azzurri. A dirla tutta, l’Italia si è complicata la vita con le proprie mani, al di là dei rigori sbagliati. Al netto della bravura di Sommer o della mira imprecisa di Jorginho, alla fine a contare è soprattutto la gestione delle quattro partite terminate con altrettanti pareggi.
La gara di Belfast è stata una sorta di versione recente della sfida di quattro anni fa con la Svezia: sterile possesso da parte di una formazione tecnicamente più forte, di sicuro dalla cintola in su ma priva dell’uomo in grado di dare la zampata in area quando la gara è complicata e la condizione del collettivo non è al top. Il conto pesante alla fine nasce dal pari contro la Bulgaria, punti buttati nell’economia di un girone sulla carta facilissimo per la cifra tecnica a disposizione della rosa di Mancini rispetto alle rivali. Complimenti alla Svizzera, compagine solida, ben organizzata. L’undici di Yakin in definitiva merita di andare in Qatar. Per gli azzurri, appuntamento a marzo per non perdere, questa volta incredibilmente, quel fatidico pass per la seconda volta consecutiva. Altrimenti appuntamento al 2026: con l’aberrante Mondiale a 48 squadre, sarà improbabile mancare la qualificazione.