Chiamate Chievo 2-1 2-1

Il Chievo sbanca il Dall’Ara e compie il secondo balzo in avanti consecutivo in classifica nella volata finale. Un successo conquistato con tenacia e caparbietà che porta la formazione di Lorenzo D’Anna ad un solo punto dalla matematica salvezza. Nell’ultimo turno di campionato contro il Benevento sarà sufficiente un pareggio per ottenere il diritto di partecipazione alla undicesima stagione consecutiva in serie A.

I gialloblù hanno concesso il bis dopo sette giorni attraverso il punteggio più amato di questo torneo. A Bologna l’ottavo due a uno tra campionato e coppa si concretizza in rimonta seguendo un canovaccio non affatto sconosciuto a Hetemaj e compagni. Il successo è frutto di una gara dalla difficile gestione in cui la formazione di Donadoni non ha concesso sconti. Chapeau ai gialloblù, dunque, colpiti a freddo ma bravi a non perdere calma e equilibri una volta finiti sotto in apertura di gara.
 
Il rigore realizzato da Verdi – scaturito da un tocco di mano involontario di Hetemaj – dopo una dozzina di minuti aveva spezzato l’equilibrio e alzato il coefficiente di difficoltà della sfida. La gara peraltro era evidente fosse apertissima, ideale indiretta conferma di uno dei famosi principi della dinamica di Isaac Newton. “Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria” recitava il celebre scienziato inglese: #BolognaChievo è stata tutto ciò. Saltati gli equilibri numerici del punteggio, il Chievo ha continuato a proporre con ordine il proprio gioco attraverso un 4-3-3 in cui Birsa e Giaccherini in realtà si muovono a tutto campo mentre Depaoli e Gobbi supportano incessantemente la fase offensiva. Nella prima frazione il contesto peraltro appare estremamente complicato e non solo dal punto di vista psicologico: mentre il Chievo spinge in avanti alla ricerca del pari – sfuggito o mancato almeno tre volte per un soffio – inevitabilmente prende qualche rischio nelle ripartenze degli avversari.
 
Alla chiusura della prima frazione sarebbe meglio non osservare i risultati dagli altri campi. Col Chievo momentaneamente precipitato al terz’ultimo posto in solitudine, la squadra di D’Anna invece dimostra sufficiente maturità ed esperienza per affrontare con il giusto approccio una situazione che in quel momento è da codice rosso. L’approccio alla prima parte della ripresa è veemente. Sulla linea mediana si scala la marcia fin dalle prime battute. Castro sale ulteriormente di tono e quando, dopo tre giri di lancette, scodella un pallone verso l’esterno di sinistra dell’area di rigore, si capisce – qualora esistessero mai improbabili dubbi – perché Giaccherini sia stato corteggiato così a lungo durante il mercato invernale dal sodalizio di via Galvani. Il suo colpo di collo pieno col sinistro ad incrociare, col pallone che s’infila all’incrocio dei pali, è una magia in stile-Totti che resterà negli annali ma soprattutto consente ai gialloblù di piazzare il primo colpo verso un successo che arriverà grazie ad una prestazione che poggia su due architravi – solidità e qualità – e viene cementata da altre due prodezze: la giocata da centravanti completo di Inglese per il gol del sorpasso è sigillata da uno strepitoso intervento di Sorrentino che vale il 2-1 finale.
 
Mentre Stefano vola ad intercettare una velenosissima conclusione di Verdi, il cuore dei quasi mille sostenitori gialloblù sembra smettere di battere per qualche millesimo di secondo. La sfera appare destinata inevitabilmente a insaccarsi all’incrocio dei pali. Invece no: in volo arriva l’ulteriore colpo di reni. Il portierone gialloblù tocca la palla quanto basta mandandola sul palo esterno. Una sorta di massaggio cardiaco accelerato che rianima i gialloblù nell’unico vero momento di terrore di una ripresa in cui pressione e tentativi del Bologna sono circoscritti dalla puntualità delle chiusure del reparto arretrato del Chievo.
 
Serviva far punti su un terreno notoriamente ostico quanto i risultati degli altri campi hanno confermato imprevedibilità dei turni finali di stagione. Di contro – e semmai a favore – la squadra di D’Anna ha saputo ottenere il massimo attraverso la gestione perfetta di una gara in cui, sette giorni dopo la vittoria sul Crotone, il Chievo ha confermato il proprio stato di salute. Il meccanismo messo in campo dal mister si è dimostrato eccellente a prescindere da alcune assenze importanti ed enfatizzato dalle prodezze dei singoli. Oltre ai due marcatori e al portiere, la gara ha confermato la crescita costante di Depaoli, combattivo e dinamico, e il carattere e l’esperienza della vecchia guardia su cui spiccano i monumentali Dainelli e Gobbi, insieme a un Birsa in grado di recitare un doppio ruolo di creatività ma anche lotta. Un plauso a Rigoni negli impegnativi panni di vice-Radovanovic, così come a Tomovic, ancora una volta capace di adattarsi a situazioni e ruoli differenti nel coso dei novanta minuti, chiusi nel serrate finale dei padroni di casa con la presenza in campo di Cesar. Un piacere rivedere in campo un altro dei personaggi carismatici di un Chievo arrivato ad un solo punto dal suo agognato obiettivo.

Paolo Sacchi

(foto AC ChievoVerona)

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.