Chievo, che peccato

Chievo-Lecce ha emesso un verdetto – parziale, ovviamente – beffardo. Il calcio però, come si sa, a volte è anche questo. I gialloblù così hanno finito per perdere contro in casa contro l’undici (anzi, il sedici) di Eugenio Corini a un giro di lancette dal termine di una gara appassionante ed equilibrata.

Ai punti, come avrebbe detto Rino Tommasi, è una sconfitta che un po’ stride con quanto visto in novanta e più minuti di gioco in una situazione che però il pallone, nelle sue dinamiche, a volte contempla. È stata gara bella, piacevole, combattuta, tecnicamente validissima tra due squadre che hanno dimostrato di valere posizioni d’alta classifica. Alla fine hanno vinto i salentini, che non hanno rubato nulla, sia chiaro. Piuttosto si dimostrano cinici quando i padroni di casa appaiono veleggiare verso un buon pari.

Falco è bravo a massimizzare un’ingenua distrazione difensiva che finisce per penalizzare nel punteggio l’autorevole prestazione del Ceo. Il kappaò è arrivato per una di quelle situazioni che gli inglesi definiscono ricochet. Una mezza casualità, per quanto in un ambito in cui chi spara ha l’idea chiara di voler colpire. Un episodio sfavorevole che, al contrario della boxe, nel calcio influenza pesantemente e fa parte dell’economia delle partite. Per la seconda partita consecutiva così i gialloblù lasciano sul piatto punti che legittimamente avrebbero potuto portare a casa.

Come tre settimane fa, l’avversaria incassa il massimo possibile dei dividenti. Il che, visto dallo spogliatoio del Chievo, oggettivamente dispiace ancor di più. La bilancia però non pende solo a sfavore della formazione di Alfredo Aglietti. Anzi, ci sono una serie di gradite conferme che vanno oltre il punteggio. Come l’aver saputo condurre una gara di ottimo livello sul piano organizzativo e caratteriale. Il test era probante: affrontare una candidata alla promozione diretta con i limiti di una rosa ristretta dalle assenze ribadisce che il lavoro di costruzione dell’undici gialloblù sta avvenendo con presupposti importanti. In queste prime otto giornate si è apprezzata, se non ammirata, una squadra ben costruita e altrettanto ben assemblata, con elementi di valore e potenzialità d’alta classifica.

Stavolta il punteggio finale fa più male che tre settimane fa a Lignano Sabbiadoro contro il Pordenone Nonostante limitazioni nei ricambi – e ribadiamo un concetto già espresso: le cinque sostituzioni non agevolano chi ha problemi o limiti di organico, semmai è l’opposto – contro la squadra salentina gli uomini di Aglietti hanno giocato un match alla pari. Venerdì sera Fabbro e compagni hanno risposto colpo su colpo ad una compagine che può permettersi il lusso di tenere in panchina il capocannoniere della scorsa stagione di Serie B. Nelle note positive, è a centrocampo che soprattutto si è vista una formazione da applausi. Garritano è un jolly coi fiocchi per la categoria, Palmiero è un regista di grande qualità che aggiunto al rientrante Obi eleva l’asse portante della formazione ad altissimi livelli.

Dietro si è pagata cara la sbavatura finale in una formazione ricostruita dopo le cinque sostituzioni, ma il margine di crescita è soprattutto avanti. La volontà e il dinamismo di Fabbro rappresentano un valore aggiunto ad una formazione che negli ultimi venticinque metri stenta non tanto a trovare il varco in cui canalizzare l’eccellente mole di lavoro ma più che altro a finalizzarlo. Djordjevic e Margiotta sono due potenziali ottimi finisseur alla ricerca della propria miglior condizione.

L’obiettivo a stretto giro è migliorare la percentuale di pericolosità in avanti: servirà far crescere la compagine e potenzialmente a farla diventare definitivamente un’autorevole candidata all’alta classifica. Nessun ansia però, almeno oggi: il tempo è tutto dalla parte dei gialloblù. #ChievoLecce 1-2 (Foto Boldrini/ChievoVerona)

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.