Chievo v Cagliari – Primetime con Théréau e Bradley

Le stelle del ChievoVerona non brillano solo in campo ma anche, via satellite, sulle televisioni straniere. Grande spazio è stato recentemente riservato a Cyril Théreau dalla RTBF, emittente nazionale belga di lingua francese, e a Michael Bradley dall’americana Fox Sports. Théréau, benché francese, è cresciuto come calciatore nella Jupiler League, massimo campionato belga da cui il Chievo l’ha prelevato nell’agosto 2010. Proprio per parlare della sua esplosione nella serie A italiana Cyril è stato invitato al programma sportivo settimanale La Tribune, il principale talkshow sportivo in onda ogni lunedì sera sul secondo canale della RTBF, in cui è stato l’ospite d’onore nel corso di una sua recente quanto veloce visita a Bruxelles. Mentre sullo sfondo scorre vano una serie di fotografie a lui dedicate, tra cui diverse con la maglia del Chievo, Cyril è entrato in trasmissione indossando una fiammante tuta gialla e blu. Tra gli altri ospiti, oltre al bomber dello Standard Liegi Mémé Tchité, era presente in studio nei panni di opinionista l’ex nazionale belga Bertrand Crasson, già difensore di Anderlecht e Napoli, non particolarmente sorpreso dell’exploit italiano dell’attaccante nato a Privas. “Cyril è paradossalmente più adatto alla Serie A che al campionato belga”, ha sostenuto Crasson. “In Italia c’è una grande attenzione alla tattica, anzi è una sorta di religione e Théréau risponde al profilo perfetto del calciatore ideale per quel tipo di calcio. E’ un giocatore che ogni allenatore vorrebbe, ideale per la squadra in cui gioca ora. E’ bravo sia a controllare la palla che a far giocare i compagni e a trovare la via della rete.” Parte dell’intervista ha riguardato il suo passato nel campionato belga, felice con il Charleroi e meno fortunato con la maglia dell’Anderlecht. Théréau ha ricordato che “quando arrivai all’Anderlecht ero in stampelle”, aspetto all’epoca troppo poco sottolineato dai media locali, facendo presente le tante difficoltà che un giocatore affronta quando deve rientrare da un grave infortunio. Anche dal punto di vista tattico ha rammentato alcune ambiguità emerse nel periodo con i bianco-malva rimarcando di non essere un centravanti d’area di rigore che resta in attesa della palla, come gli veniva chiesto di giocare. “Ho bisogno di giocare la palla, partecipare al gioco”. Per questi motivi “nell’Anderlecht nessuno ha visto il vero Cyril Théréau”. Mentre scorrevano le immagini dei gol di Cyril nel campionato belga, il numero 77 gialloblù ha spiegato le ragioni per cui si trova bene al Chievo e del suo ottimo rendimento in Italia, dovuto alla diversa posizione ricoperta dal punto di vista tattico. “Sergio Pellissier, la ‘vedette’ della squadra, capitano e icona del club, gioca da centravanti, mentre a me è chiesto di girargli attorno, creare gioco. Lui sopporta la pressione del cannoniere, io posso rientrare, svariare sul fronte offensivo. Mi trovo molto bene”.

Da un continente a un altro. Intervistato in esclusiva da Fox Sports, colosso televisivo nordamericano, Michael Bradley ha parlato dei primi mesi della sua prima stagione veronese, che ha seguito quelle vissute in Olanda, Germania e Inghilterra. “La gente è molto affettuosa, accogliente, calda. Devo dire che finora è stata davvero una splendida esperienza, dentro e fuori dal campo. Per affrontarla bene, appena arrivi (da un paese straniero, NdR) devi avere una mentalità molto aperta, essere pronto a sperimentare cose nuove e saperti adattare più velocemente possibile. Ciò significa, sul campo, abituarsi rapidamente a giocare con nuovi compagni, a relazionarti con un nuovo allenatore, a nuovi schemi di gioco, ma significa anche imparare la lingua o sistemarsi in un appartamento, mettersi a proprio agio. Un ‘pacchetto’ di cose che fanno parte dei cambiamenti, ma soprattutto occorre avere la volontà di voler provare qualcosa di diverso”. Al nazionale USA è stato anche ovviamente chiesto di parlare anche della sua esperienza sul campo e di tattica, aspetto del calcio italiano che maggiormente affascina il pubblico statunitense. “A centrocampo – continua Michael – gli obiettivi sono conquistare la palla, chiudere gli spazi, impostare il gioco, contrastare e intercettare i passaggi. Tatticamente lo scopo è mettere in difficoltà gli avversari in mezzo al campo e aiutare la squadra a trovare il ritmo giusto di gioco. Ovvero, valutare quando passare corto, lungo o in avanti. In definitiva, quello che desidero è avere il miglior impatto possibile sul gioco della squadra. Qui c’è grande attenzione ai dettagli. Ogni giorno lavoriamo sulla tattica perché l’organizzazione del gioco sia perfetta. Su come muoverci quando abbiamo il possesso di palla, quando non lo abbiamo, sui calci da fermo”. A conclusione dell’intervista, Michael guarda avanti: “E’ difficile predire il futuro ma, sia nel calcio che nella vita quotidiana, qui mi trovo benissimo. Sono felice e spero di giocare in Serie A ancora a lungo”.

di Paolo Sacchi (Mondo Chievo 08)

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Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.