Chievo v Lazio – Intervista a Dario Lazzarin

Il fisico c’è così come la passione, immutata. Anche se l’attività agonistica Dario Lazzarin l’ha abbandonata da oltre un decennio, l’ex centrocampista attualmente allenatore nel settore giovanile del club gialloblù è sempre pronto a scendere in campo per il Chievo, oggi come ieri. Non più nell’ambito professionistico bensì nel sociale con la compagine di ‘Cuore Chievo’, progetto benefico di cui è vicepresidente e che vede l’adesione di numerose vecchie glorie della formazione veronese. Quella di Lazzarin con il sodalizio di via Galvani è una love-story iniziata venticinque anni fa e ce la racconta lui stesso. “Avevo ventitré anni e alle spalle già un’esperienza al Brescia. Da due stagioni giocavo a Suzzara. Nell’ultimo torneo di C2 giocammo anche contro il Chievo e alla fine del campionato mi ingaggiarono, insieme a Sapienza, e trovammo come compagno e capitano Gigi Sartori. Suppongo che fu mister De Angelis a volermi, anche se so che mi stavano seguendo da qualche tempo. Sapevo infatti che il presidente del Suzzara Mantovani era amico di Campedelli e Garonzi e tra loro c’erano stati dei contatti anche l’anno prima”. Di momenti felici con il Chievo ne ha vissuti tanti: quelli a cui ripensa più volentieri quali sono? “Ci sono almeno due episodi a cui sono particolarmente legato. Il primo naturalmente fu l’anno in cui con Gianni Bui in panchina vincemmo il campionato di C2 guadagnando la promozione in C1. Una stagione bellissima, memorabile. Fu una splendida cavalcata fino a conquistare il primo posto finale con alcune giornate d’anticipo. Per non dire poi di quello che avvenne due anni più tardi. L’anno successivo al buon torneo d’esordio in C1, sempre con Bui allenatore, eravamo partiti con l’idea di fare un grande campionato. Invece per una serie di problemi finì per trasformarsi in una stagione tribolata e ci trovammo a dover lottare per la salvezza. A un certo punto eravamo addirittura ultimi e staccati. Alla fine però riuscimmo a salvarci all’ultima giornata grazie soprattutto al grande spirito di gruppo. Ci davano per spacciati ma confidando nelle nostre capacità, stringendoci tutti insieme, siamo riusciti a ribaltare la classifica. Una soddisfazione identica alla conquista di uno scudetto”. Lasciato il Chievo nel 1992, c’è stata una parentesi di undici anni prima di tornare a Verona. “Nel frattempo sono stato al Lumezzane, prima come giocatore poi successivamente come allenatore. Dieci anni fa sono ritornato al Chievo come responsabile tecnico della Primavera e allenatore dei Giovanissimi nazionali”. Oggi ricopre il ruolo di mister degli Allievi nazionali B. Allenare ragazzi mi piace, quella degli Allievi è una categoria interessante sia dal punto di vista tattico che tecnico. Cerco di dare il mio contributo a Costanzi e Margotto, far crescere i ragazzi e cercare giocatori che possano arrivare nella prima squadra”. Lo spirito di gruppo è un aspetto centrale per Lazzarin tanto da essere diventato vicepresidente di Cuore Chievo, un’associazione Onlus nata due anni fa che coinvolge ex-giocatori, collaboratori e simpatizzanti del club gialloblù. Anno dopo anno è ormai diventata una eccellente realtà nel sociale. “Un progetto voluto da Alessandro Cardi, affiancato da Romano Ventura, che si rivolge a finalità sociali per raccogliere fondi da devolvere in beneficienza. Sono felice di farne parte in maniera attiva, così come altri ex compagni. In più, a livello personale, è stata anche una grande gioia rivedere e tornare a giocare con alcuni di loro che non vedevo addirittura da vent’anni. In occasioni come queste il tempo sembra davvero essersi fermato. E’ una strana dinamica che accade tra i calciatori: ricordare episodi, situazioni e dettagli con le stesse identiche sensazioni di allora. Particolari indimenticabili che vanno da annate vincenti fino a piccoli dettagli: perfino una giocata sbagliata resta memorabile!” A proposito di calcio giocato, che ne pensa Lazzarin della formazione di Mimmo Di Carlo? “La squadra, come sempre, è stata allestita conservando la base della migliore ossatura della stagione precedente inserendo una serie di giocatori interessanti. Mi pare un’ottima rosa e sono fiducioso che, coordinata dal mister e dall’esperto staff della nostra società, possa regalare belle soddisfazioni. E’ chiaro, il campionato di Serie A è difficilissimo ma credo che la qualità complessiva sia tale da poter disputare un buon campionato, anche se ovviamente mantenere  la categoria resta l’obiettivo principale”. Tra i giocatori chi vede Lazzarin come potenziali sorprese? “E’ una squadra ben assortita. Oltre ai punti di forza che tutti conoscono, a me piace molto Théréau e, a mio parere, anche Paloschi ha qualità importanti. Quando rientrerà dall’infortunio potrà dare una grossa mano per fare il salto di qualità. Anche in difesa l’organico è eccellente. Tra i nuovi mi è piaciuto Papp, ha mostrato ottime qualità”. Parola di un vero e proprio ‘Cuore Chievo’.

di Paolo Sacchi (Mondo Chievo 01)

Dario Lazzarin, nato il 19 febbraio 1963 a Contarina, provincia di Rovigo, è arrivato al Chievo dal Suzzara nel 1987. In cinque stagioni da calciatore ha indossato la maglia gialloblu 187 volte (15° nella classifica assoluta) tra cui 92 gare di C1, 62 di C2 e 33 di Coppa Italia di Serie C, realizzando 10 reti e conquistando la promozione in Serie C1 nel campionato 1988/89. In carriera, tra le altre, ha militato nel Brescia, Rovigo, Padova e Lumezzane. Attualmente è allenatore degli Allievi nazionali B del ChievoVerona.

Dario Lazzarin

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.