E playoff sia

Novanta minuti di caldo e tensione, tra un occhio al campo e l’altro ai risultati. Alla fine, per quanto sia solo una tappa intermedia, il Chievo festeggia. Ed è giusto sia così. Sarà dunque playoff, traguardo agognato quanto meritato. Accedere all’appendice della stagione era l’obiettivo minimo nell’ambito di una sorta di anno zero, tra ricostruzione e rinnovamento. I gialloblù alla fase finale ci arrivano di corsa, con il morale alto generato da tre vittorie consecutive – migliore striscia stagionale – a compendio di dieci giornate post lockdown in cui, fino alla sconfitta di Castellammare di Stabia, tre sconfitte avevano oscurato la qualità complessiva delle prestazioni.

La partita contro il Pescara ha seguito un canovaccio non dissimile a molte altre prove di cui gli uomini di Aglietti sono stati protagonisti negli ultimi dodici mesi. Avversari attendisti a cui si risponde con un dominio territoriale, possesso prolungato, accelerazioni e sovrapposizioni sulle linee esterne ma, tutto sommato, poca produttività offensiva rispetto al volume di gioco e alle occasioni create. La differenza, come l’ultimo tris di gare ha dimostrato, lo hanno fatta la compattezza difensiva maturata nel corso dei mesi, la maturazione dei giovani, la qualità espressa sulle fasce, in particolare sul lato sinistro del campo in cui il duo Renzetti & Vignato è in grado di produrre soluzioni offensive interessanti e, non ultimo, il contributo di Garritano che si confermato anche contro gli abruzzesi l’uomo in più.

Il ragazzo di Cosenza lo avevamo individuato ad inizio stagione nei panni di jolly a disposizione di Marcolini. Una sorta di dodicesimo uomo: un giocatore che, oltre al contributo in termini caratteriali, è in grado di potersi disimpegnare in ogni fase di gioco. Temperamento e volontà non gli mancano: la capacità realizzativa gli ha permesso di trasformarsi in un giocatore determinante nel momento clou del torneo.

Raggiunto il campo-base, ora si tratta di provare a scalare la montagna. L’impresa non è facile ma le condizioni di partenza aprono a qualsiasi scenario. Il sesto posto consente di avere il vantaggio del fattore campo nel match preliminare contro l’Empoli. Chilometri in meno da percorrere e la possibilità di passare il turno anche con un pareggio (dopo 120 minuti) sono altri due piccoli vantaggi a disposizione. Nelle gare secche però occorre diffidare di tutto: nonostante un periodo altalenante di forma, l’Empoli si è aggiudicato le ultime due gare in trasferta e ha una squadra tra le più costose del campionato in termini di acquisti, addirittura potenziata nel mercato di gennaio.

Chi passerà il turno poi se la vedrà con lo Spezia in quella che potrebbe essere per certi versi una sorta di finale anticipata. La domanda dalle mille pistole è se è meglio affrontare le avversarie potenzialmente più blasonate o accreditate subito. Non esiste una risposta giusta per quanto i numeri dicono che delle dieci gare perse in questa stagione il Chievo ha totalizzato tre sconfitte con le prime dieci in classifica e ben sette con le formazioni che hanno terminato il campionato nella seconda parte della graduatoria. Anzi, cinque kappaò sono arrivati con formazioni retrocesse o che disputeranno i playout. Un dato che, al di là di qualche legittimo rimpianto, sottolinea l’attitudine di Leverbe a giocare in maniera più efficace quando trovano formazioni più dotate sul piano qualitativo e che soprattutto non pianificano una gara d’attesa sperando di andare a rimorchio dei gialloblù.

L’iniezione di autostima maturata con la qualificazione ai playoff è un elemento importante verso la sfida di martedì sera. Tenuta fisica e caldo saranno avversari per tutti. Persi Giaccherini e Vaisanen, sulla scorta delle esperienze precedenti, Aglietti ha lavorato per ritagliarsi una formazione ideale plasmata a sua immagine. Un undici che interpreta la filosofia del mister, che rispetta tutti ma non teme nessuno. Per il resto, si vedrà.

(Foto Maurilio Boldrini / AC ChievoVerona)

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.