Glentoran 2-0 Dungannon Swifts – Il momento giusto

Sole. Poi nuvole e pioggerellina. Dopo vento, forte. E ancora sole. Poi si riparte, daccapo. Le due enormi gru gialle della Harland & Wolff continuano a dominare il paesaggio di East Belfast. In fondo, verso il centro, è comparsa da qualche anno la struttura del museo dedicato al Titanic, che proprio nei cantieri nel Lagan Lough prese forma e venne costruito. Dall’altra parte del Sydenham Bypass, verso lo stadio del Glentoran, il quartiere sembra immutato. In realtà è solo apparenza. Osservando meglio i dettagli, è evidente che le vecchie abitazioni su due piani, di mattoni rossi, per quanto simili in realtà sono state sostituite da nuove, dall’aspetto apparentemente analogo alle precedenti, sempre su due piani, sempre in mattoni rossi. Un rinnovamento all’insegna della continuità. Preservato lo stile, sono stati migliorati i contenuti. In fondo alla via, alcuni murales delle organizzazioni paramilitari mostrano il segno dei tempi. Altri, sinistri quanto splendidi nel tratto, campeggiano tuttora a monito dei passanti. The Oval è invece sempre lì, splendido nel suo essere fuori dal tempo, nella sua struttura che, ricostruita dopo il “blitz” tedesco della seconda guerra mondiale, riporta a un’epoca straordinaria. Per quanto datato nell’ordine e nella semplicità della propria struttura, l’impianto permette di rivivere quell’autenticità del calcio di un tempo che fu. Le tribune e le aree comuni, l’approccio genuino di dirigenti e tifosi, l’impegno dei giocatori in campo, sembra rievocare il football delle origini. Prima che i formati delle competizioni europee venissero stravolti, i Glens così come i club delle loro dimensioni hanno avuto la possibilità di ospitare nel proprio stadio giganti del calibro di Ajax, Juventus, Benfica, Anderlecht, Arsenal, Borussia Monchengladbach e tante altre formazioni di livello assoluto. Quando le coppe non avevano la selezione all’ingresso come oggi, quando il calcio extra nazionale lo si gustava per pochi secondi nelle sintesi del mercoledì sera di Eurogol o lo si sognava sulle pagine del Guerin Sportivo, il Glentoran usciva a testa alta da confronti con formazioni già allora dalla caratura decisamente superiore.

Nella corsa odierna verso un posto al sole dell’Europa League, i finalisti di coppa d’Irlanda guardano al futuro con una squadra rinnovata e ringiovanita, in cui elementi esperti come il bomber Curtis Allen e il portiere Elliot Morris fanno da chioccia a ragazzi interessanti tra cui Marcus Kane e Jordan Steward, il più brillante dal punto di vista tecnico degli uomini di Eddy Patterson, una specie di Giovinco sulla Mersey Steet. Intanto il pubblico appassionato che segue i rosso-nero-verdi continua a essere l’espressione di una comunità accogliente che interpreta nella maniera più autentica il concetto britannico di “sostenitore”. Non solo parole ma soprattutto opere, dalla Gazette che continua a collezionare premi come miglior programma del Paese alle tante iniziative del Trust attraverso le quali si finanziano i costi di gestione e le attività benefiche – come quella che portò Afriye Acquah in Nord Irlanda in viaggio premio dopo aver finanziato la scuola calcio di un povero villaggio in Ghana. Se la mancanza di introiti eccezionali rende più complesso e gravoso il lavoro di chi deve far quadrare i conti societari, ai sogni e dunque alla possibilità di tornare in Europa a incrociare qualche corazzata non si può rinunciare. Un’esperienza indimenticabile di crescita e, perché no, un buon incasso che potrebbe far bene alle finanze del club. Dopo aver battuto i Crusaders nella semifinale di coppa e per 2-0 i Dungannon Swifts in campionato, è arrivato il momento giusto per provarci. Il momento giusto per tornare.

di Paolo Sacchi

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Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.