Grande Chievo, Crotone K.O.

Il #Chievo ha vinto un match decisivo per la propria stagione. I gialloblù hanno piegato il #Crotone in uno scontro direttissimo: stasera, con tre punti in più in classifica, hanno raggiunto i calabresi e superato virtualmente l’Udinese. In soldoni, hanno ampiamente rilanciato le proprie speranze di salvezza. Già questi elementi basterebbero a rendere estremamente gradevole una domenica di primavera in cui si cercava refrigerio dal clima caldissimo della graduatoria rispetto a come appariva prima del calcio d’inizio. In realtà, al netto della soddisfazione per l’esito finale, mai così tanto agognato, il bonus di soddisfazioni arriva dalla qualità della prestazione dei gialloblù. Radovanovic e compagni hanno mostrato organizzazione, compattezza, intensità e qualità tali da prendere per mano il proprio pubblico e trascinarlo – ricambiati – verso il boato con cui si è salutato il triplice fischio di fronte alla splendida cornice offerta dal Bentegodi.

#ChievoCrotone è stata anche e soprattutto una gran bella partita di calcio. Di fronte si sono trovate due squadre organizzate, motivate, in ottima condizione psicofisica. Due compagini che alla tecnica e alla corsa non hanno fatto mancare la fisicità degli scontri di gioco ma interpretando la contesa con estrema lealtà. Una gara che ha onorato la serie A in cui, per quanto apprezzato nei novanta minuti, entrambe meriterebbero di farne parte anche nella prossima stagione. In tutto questo, il Crotone si è dimostrata un’avversaria impegnativa: anche in trasferta Walter Zenga ha proposto una versione della propria squadra solida, affatto rinunciataria e di carattere, capace di mettere in difficoltà un Chievo sceso in campo con piglio e consapevolezza in linea rispetto alla posta in palio.

Poche volte nella propria storia il sodalizio di Luca Campedelli ha toppato partite decisive. Quella di oggi non ha fatto eccezione. La scossa voluta è arrivata. Lorenzo D’Anna ha inaugurato con valore il suo debutto sulla panchina gialloblù. Sulla quale, per la verità, è stato seduto davvero poco: sempre in piedi a dare indicazioni, consigli, incitamenti ai propri giocatori. Nella preparazione della sfida, coronata da una prestazione eccellente, il lavoro è stato innanzitutto psicologico, ma non solo. Il mister ha rimescolato modulo e uomini cercando di ricavarne il massimo dell’efficacia: il risultato e la prestazione lo premia. In primo luogo si è affidato all’esperienza di giocatori abituati alla gestione della pressione di una partita da dentro-o-fuori. Nella retroguardia ha rilanciato Dainelli e Gobbi, monumentali nella copertura del territorio; in mezzo ha ridato a Radovanovic le chiavi del centrocampo, con l’ottimo Rigoni e il gladiatorio Hetemaj a mulinare palloni e tackle. Il 4-3-3 ha portato la novità della presenza contemporanea di Birsa e Giaccherini, due giocatori dotati di grande autocontrollo, fantasia e classe sufficiente per poter tenere occupati gli esterni difensivi crotonesi e offrire supporto a Inglese, uomo dalle straordinarie risorse atletiche. Conquistato il vantaggio, i gialloblù hanno controllato il gioco a lungo, subendo realisticamente solo a inizio ripresa un ritorno di fiamma degli ospiti.

Per una volta sia la Var che la famigerata dea bendata hanno guardato benevolmente verso i gialloblù. Il fuorigioco sulla marcatura annullata agli ospiti e il palo di Simy – prima di un miracolo di Sorrentino – hanno messo i brividi, in qualche misura pareggiati dalla strepitosa conclusione dalla distanza di Rado finita sul palo interno, regalando a Cordaz una parata da numero vincente della lotteria di capodanno. Nel finale sono arrivate due reti che consegnano la partita alla storia e suonano come due importanti segnali. Da un lato Stepinski ha confermato che il Chievo ha tra le proprie fila un centrattacco che il gol – ma non solo – lo ha nel sangue. La marcatura sul filo di lana di Tumminello invece ricorda che le avversarie venderanno cara la pelle fino all’ultimo minuto dell’ultima partita. La corsa dunque non finisce qui: ci sarà da combattere a partire da domenica prossima a Bologna, gara in cui mancherà Radovanovic, in attesa di conoscere le condizioni di Cacciatore, uscito malconcio dal terreno di gioco. In definitiva, le due uniche brutte notizie a compendio di un pomeriggio indimenticabile. Pomeriggio in cui il Chievo e il mondo che gli gira intorno hanno tirato un sospiro di sollievo.

Paolo Sacchi

(foto A.C. ChievoVerona)

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.