Grandina, comune rifletti

Ieri è stata una giornata epocale per Verona. Il detto “Piove, governo ladro” si è trasformato in “Grandina, comune rifletti“.

L’antefatto è noto: una tromba d’aria di rara intensità ieri pomeriggio ha colpito la città. Una grandinata imponente di una decina di minuti abbondanti ha lasciato segni tangibili soprattutto su alcune aree limitrofe al centro storico. Alberi sradicati, allagamenti, automobili centrate da rami e tronchi e soprattutto tanta paura. Si è trattato di un fortunale che ha spaventato chi si è trovato nel bel mezzo della tormenta. In un contesto sociale in cui la tendenza a esagerare spesso non è neppure percepita da chi la pratica, occorre però mettere alcune cose in chiaro. Quel che avvenuto nel capoluogo scaligero, per quanto preoccupante, non è stato nulla di paragonabile, per intenderci, all’uragano Katrina. Con buona pace di chi ama crogiolarsi nelle disgrazie ed enfatizzarle, la città non si è trasformata nella New Orleans del 2005. Da stamane, rimossi i detriti, ad eccezione degli sfortunati esercizi commerciali nell’area tra via Sant’Alessio e Via Cigno – la zona inondata e documentata dall’ormai celebre video tv – nel resto della città è proseguita la propria routine quotidiana senza intoppi.

Parlare di “città in ginocchio” pare dunque tutto sommato un’esagerazione. Giornalisticamente legittima oppure eccessiva? Per dimensioni e danni verrebbe da utilizzare il secondo aggettivo, al netto del rispetto che si nutre per chi, ancor di più in un anno già funesto, ha avuto la sfortuna di trovarsi il luogo di lavoro inondato, l’auto sommersa o la cantina inagibile e magari la sta ancora svuotando dai liquami. A onor del vero si tratta di un numero di casi insufficiente per usare con coerenza la metafora di cui sopra. In più, gli interventi al ripristino della regolare circolazione stradale e l’accesso agli esercizi ed edifici allagati hanno permesso un ritorno alla normalità pressoché immediato. Lo ripetiamo: a parte gli iellati cittadini vittime degli agenti atmosferici, a cui va il rispetto e l’attenzione dovuta, non è stata una disgrazia epocale come ad esempio il post di vicinanza ai veronesi (“per il nubifragio che ha messo in ginocchio la città”) del giornalista Paolo Berizzi ha inteso tramettere.

In più, in quel post specifico Berizzi ha voluto attribuire un valore politico ad un evento che di politico non ha nulla, sostenendo che la disgrazia metereologica specifica sia originata dalla ribellione della natura all’inclinazione nazifascista della città. Un po’ stupisce, per la rispettabilità del professionista, che però sembra semmai confermare l’irrefrenabile tendenza da parte di alcune persone, a prescindere dal livello culturale, a voler attribuire un significato a tutto legato alla propria militanza anche quando mancano i presupposti. Destra o sinistra, bianco o nero, rossonero o gialloblù: per alcuni è una scelta di campo anche quando non serve.

Antipatizzanti o simpatizzanti sono in fondo dei campioni di qualunquismo, materia in cui di solito primeggia chi si lamenta a prescindere a seconda del pregiudizio. Se il cronista di “Repubblica” può aver superato tutti, incluso un certo senso del ridicolo, attribuendo all’intervento di madre natura una causa-effetto volta a punire la città, richiamando un principio universale del buddismo – o semmai una sorta di piaga d’Egitto in salsa scaligera – la sensazione è che faccia parte di una numerosa e talvolta insospettabile compagnia che in definitiva svilisce la propria autorevolezza attraverso uscite del genere. Non ce ne voglia, ma il post di Berizzi si chiude con una frase che sembra estrapolata da qualche antica profezia: “I loro [del Comune di Verona] concittadini riflettano sul significato del karma”. In attesa delle locuste, verrebbe da aggiungere.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.