Il lavoro di Sarri

Prima di decidere di voler fare l’allenatore di calcio, Maurizio Sarri ha lavorato come dipendente di una banca. Poi ha allenato in piccole società in Toscana, partendo da livelli distanti dalla Champions’ League come la Terra da Plutone. Siccome era bravo, attraversando tutte le categorie, dal campionato Promozione è arrivato a sedere sulla panchina della Juventus. Insomma uno che nella vita sa cosa vuol dire rischiare, fare la gavetta e rimboccarsi le maniche. Resta però un ingenuo outsider: tra le varie ed eventuali, non veste slimfit come quelli fighi, non si rade perfettamente e non ha i capelli ben pettinati come alcuni suoi predecessori. Come non bastasse, oltre a riempire il posacenere di cicche, ogni tanto s’inoltra inconsapevolmente in metafore ardite. Il fatto è che nel suo caso vengono notate, stigmatizzate, se non esposte al pubblico ludibrio.

La sensazione è che, come in ogni ambiente, se non nasci nel giro giusto, nel gruppo fico, anche se sei un fenomeno è improbabile ne farai parte o godrai di trattamenti di favore. Ancor meno senza un physique du rôle: dietro alle pacche sulle spalle dei complimenti c’è spesso l’attesa della caduta. L’enfasi successiva alla battuta sulle poste (“Se non volevo essere sotto esame, lavoravo alle Poste”) ne è un esempio. È chiaro che Sarri abbia ripreso un modo di dire comune, intendendo passare la giornata a mettere i timbri, mansione che altrettanto evidentemente non esiste più. Una frase innocente. Però Poste Italiane (peraltro non citata) ha ritenuto d’intervenire censurando l’allenatore con certi media dietro a ruota. Giusto? Sbagliato? Eccessivo? Ricordate l’enfasi mediatica per le pesantissime frasi pronunciate sulle forze dell’ordine da un suo predecessore? No? Allora vi siete già risposti da soli.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.