Il sosia del sosia

Genova, 20 febbraio 1983; Genoa – Cesena

Si può essere sosia di un sosia? Non ne avevamo mai incrociato uno finché anni fa non ci siamo imbattuti in un un collega che sul lavoro tutti chiamavano affettuosamente “Dustin”. La facile deduzione che si riferissero alla sua  somiglianza col celebre attore americano – che di cognome fa Hoffman – in realtà non era completamente corretta. L’ambiente in questione era formato da tifosi genoani. In lui non ravvisavano affatto i tratti del divo di Hollywood in questione. Bensì quelli di Roberto Antonelli, indimenticato centravanti rossoblù degli anni ottanta. Il cui soprannome era “Dustin”: lui sì per la somiglianza con il protagonista di Rain Man.

Dustin II, il sosia dell’attore per intenderci, aveva giocato nel Genoa per due stagioni. Era arrivato a Sant’Olcese – dove i rossoblù si allenavano prima del trasloco a Pegli – nell’estate 1982, pochi mesi dopo aver cercato di salvare il Milan dalla prima retrocessione “sul campo” della propria storia, in un finale di stagione di cui avremo modi di parlarne più avanti. Antonelli si era andato a inserire in un Genoa che aveva un’unico obiettivo: salvare le penne. La serie A era ancora a sedici squadre e i rischi erano decisamente maggiori che oggi. Centravanti dall’ottima tecnica, fiuto del gol da uomo d’area, era stato affiancato a Massimo Briaschi in un attacco di buona qualità,  secondo i canoni d’allora.

Il regolamento dell’assegnazione delle reti in quegli anni era penalizzante per gli attaccanti: ovvero, se il tiro era deviato, in qualsiasi modo veniva conteggiato come autorete. A gennaio il povero Dustin così si vede negare il gol della vittoria rossoblù sulla Juventus, frutto di una punizione la cui traiettoria viene quasi impercettibilmente modificata dalla testa di Gaetano Scirea. Si rifarà col Cesena un paio di settimane più tardi. In questa giornata di piacevole sole invernale, decide la sfida  con una doppietta in cui mette in evidenza la sua rapidità sotto porta. Due gol alla Paolo Rossi o alla Pippo Inzaghi, se vogliamo, che permettono al Genoa di vincere in rimonta dopo essere andato sotto su rigore per fallo sul panzer romagnolo Walter Schachner, convertito dal dischetto da Adelio Moro. Due gol importanti realizzati sotto la Gradinata Nord lo legheranno per sempre al mondo rossoblu. Avrà un figlio, Andrea, che nascerà a Genova in quel periodo e diventerà un supertifoso genoano; un altro, Luca, che come il padre giocherà in rossoblù trentanni dopo da quel Genoa-Cesena, al termine del quale Antonelli si è ritrovato pure un sosia.

Paolo Sacchi

Genoa 2-1 Cesena

Marcatori: Moro (rig) 22, Antonelli 61 e 74

Genoa: Martina, Romano, Testoni, Faccenda, Onofri, Gentile, Viola (Chiodini dal 82′), Benedetti P., Antonelli (Rizzola dal 89′), Iachini, Briaschi. All. Simoni.

Cesena: Recchi, Benedetti C., Piraccini, Buriani, Mei, Morganti (Oddi dal 16′), Filippi, Moro (Righetti dal 81′), Schachner, Genzano, Garlini. All. Bolchi.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.