L’anno zero alle porte

Si ricomincia daccapo. Così aveva premesso il presidente Campedelli alla vigilia della matematica retrocessione. Così pare, a giudicare dai primi fatti e dalle possibili prossime decisioni. L’uscita di Giancarlo Romairone consegna, ad oggi almeno virtualmente, le chiavi della conduzione operativa del club a Sergio Pellissier. L’ormai ex bomber raccoglie un’eredità carica di onori e oneri. Ricostruire il Chievo di domani sottintende la consapevolezza di dover affrontare una grande sfida e probabili confronti con il passato che, fondamentalmente, peraltro sarebbe scorretto fare. Anche perché le premesse alla stagione del ritorno in B dopo undici anni sono ben differenti da quelle che nel 2007 trovarono i gialloblù.

Luca Campedelli

Al di la di qualsiasi analisi a valle, in tutta onestà occorre dire che il lavoro del Diesse in uscita non è stato semplice, almeno negli ultimi dodici mesi. Per Romairone non è stato facile muoversi sul mercato – soprattutto nell’estate di un anno fa – con i fardelli legati all’incertezza dalla categoria per il processo plusvalenze e al netto della necessità, che però vale per tutte le compagini della stazza del Chievo, di dover di far quadrare le entrate sulla base delle uscite. L’estate passata per lui è stata una sorta di arrampicata libera in cui alcune scelte, in parte coraggiose, si sono rivelati azzardate e una serie di opportunità si sono trasformate in imprevisti. In dote lascia alcuni contratti da gestire, obbiettivamente sovradimensionati per la cadetteria – Djordjevic Obi, oltre a Giaccherini – ma, malgrado tutto, anche una serie di giocatori che in B potrebbero far comodo. D’acchito viene in mente il settore difensivo: TomovicBarba e Jaroszynski.

Quale panchina

Il presidente ha preavvertito che la prossima stagione costituirà una sorta di anno zero per il club. Oltre al cambio al timone nei panni di direttore sportivo, la sensazione è che anche sulla panchina sono possibili novità. Resta indubbio che, qualora le strade dovessero effettivamente dividersi, Mimmo Di Carlo uscirà a testa altissima. La maturazione dell’uomo, la consapevolezza e le qualità del professionista, la capacità di comunicare e l’empatia con cui è stato in grado di relazionarsi con staff, atleti e tifosi, al di là del senso di appartenenza sono aspetti riscontrati in pochi altri personaggi nell’ultimo ventennio gialloblù. In questo senso, improbabile nella valutazione del suo operato pesino i risultati della squadra che, alla lunga, quest’anno non sono arrivati. Anche perché le motivazioni, e dunque le scusanti che Mimmo potrebbe addurre, sarebbero tante e più che plausibili. Nulla da eccepire però l’eventuale cambio al timone, proprio sulla base della volontà in via Galvani di resettare e riaccendere la macchina daccapo.

Mimmo DI Carlo

Radiomercato racconta di alcuni abboccamenti con una serie di tecnici papabili per guidare la formazione della prossima stagione. In pole, almeno oggi, sembrano due ex calciatori del Chievo: Moreno Longo e Michele Marcolini. È noto quanto il pedigree clivense talvolta sia un valore da non sottovalutare nelle scelte di Campedelli. Nella fattispecie, per entrambi il percorso in panchina ha riservato soddisfazioni in epoca recente – Pro Vercelli e Frosinone per Longo, Alessandria Albinoleffe per Marcolini – rendendo attendibile l’eventuale candidatura.

La squadra di domani

Giugno è notoriamente il mese delle congetture e delle ipotesi ma anche dei primi affari. Si sa che Depaoli Stepinski siano da tempo nel mirino di club di A. Sampdoria, Fiorentina, Parma ma anche Brescia possibili destinazioni. Prima però dovranno soddisfare la domanda del Chievo, economica o tecnica. Altri euro potrebbero arrivare da potenziali uomini-mercato come Kiyine o Vignato, per quanto non sia affatto certo che sia in previsione un addio alla maglia gialloblù.

Nel frattempo ogni ipotesi di ricostruzione del tessuto della formazione che tra un mese e mezzo si ritroverà per il ritiro – anche in questo caso, possibili le sorprese – potrebbe passare anche dalla riconferma di parte della vecchia guardia. Un nome su tutti ad esempio: Cesar. Il Boss potenzialmente può essere un leader ideale nello spogliatoio che verrà. Comunque sia, tra qualche giorno arriveranno i primi segnali e la scelta del mister sarà il primo passo verso il domani. Da lì ogni scelta sarà conseguente.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.