“Ho intenzione di andare in qualche modo in vacanza questa estate”. Lo pensano in tanti ma non è una brutta notizia che a pronunciare questa frase qualche giorno fa sia stato Eric Mamer, che nella vita fa il portavoce Commissione Europea, aggiungendo che la riapertura dei viaggi e degli spostamenti resta una competenza di ogni singolo Paese.
Non poter andare in vacanza nell’estate 2020 potrebbe avere un impatto enorme sull’industria del settore che sta già ampiamente soffrendo per le misure a prevenzione del Covid-19. Per essere ulteriormente espliciti, l’anno scorso il giro d’affari europeo legato al turismo è stato valutato in 427 miliardi di euro in un comparto che ha 27 milioni di posti di lavoro ad esso collegati, di cui la metà a rischio in virtù di una previsione di contrazione del 70%.
La vera notizia è che la Commissione Europea sta lavorando su linee guida su come far ripartire il turismo. Le definitive indicazioni comunitarie dovrebbero essere pubblicate entro il 13 maggio. Dopo mesi di poca empatia e non coordinamento tra governi nazionali, chissà che Bruxelles stavolta non riesca a riunire i membri della UE attraverso le vacanze e la voglia di andarci.