Germania, turismo e Covid-19: nessun gaudio nel male comune

Se gli agenti di viaggio italiani piangono, quelli tedeschi non ridono di certo. Giovedì scorso proprietari e dipendenti di agenzie e tour operator sono scesi in piazza in tutta la Germania, nel rispetto del distanziamento sociale per la prevenzione del Coronavirus, per chiedere al Governo ma anche all’Unione Europea un sostegno immediato per sopravvivere. Un tam-tam nato in rete, sviluppato e aggregato nella pagina “Travel Talk” con il sollecito ad agire stimolato da parte dal titolare di un’agenzia di Dresda dove, nel corso della giornata di protesta del 29 aprile, cinquanta autobus sono stati guidati e parcheggiati in centro per dare ulteriore enfasi alla manifestazione.

Rainer Maertens, l’organizzatore, è una sorta di Enrica Montanucci della Sassonia. Appena è esplosa l’emergenza Covid-19, Berlino ha previsto un aiuto alle aziende, inclusa la sua agenzia. Ha cinque collaboratori e hanno tutti usufruito di quella che potremmo tradurre con “Indennità di lavoro ridotto”, una sorta di cassa integrazione in versione tedesca. «Finora siamo stati in grado di garantire ai nostri dipendenti il 67% dei loro ultimi salari netti e nessuno è stato licenziato», ci ha raccontato. «Successivamente è arrivato un sussidio fino a novemila euro a tutte le aziende da parte dello Stato e, su richiesta, alcuni hanno ottenuto la restituzione di alcuni pagamenti fiscali».

Ora però la situazione torna alla casella di partenza. Tra una settimana le agenzie riaprono e la situazione si rifà complicata. «Siamo scesi in piazza la scorsa settimana per ricordare al Governo che esistiamo: non sappiamo davvero che fare. Per loro sembra che il turismo consista solo di Lufthansa e degli hotel tedeschi. I tour operator e le agenzie di viaggio, così come le compagnie di autobus, che hanno decine di programmi per viaggi all’estero, inclusa l’Italia, sembrano non esistere. Ora aspettiamo cosa verrà deciso il 6 maggio: se saremo ancora dimenticati, torneremo a muoverci, anche con Bruxelles. Sia chiaro: non è una questione solo tedesca: il turismo deve essere salvato in tutta Europa».

È evidente sia una fase delicata anche in Germania: le agenzie riapriranno lunedì 11 maggio con prospettive affatto chiare, senza sapere cosa proporre ai clienti ma una serie di vincoli ben regolamentati. Tra i vari, sarà consentita la presenza di una persona (staff o cliente) per ogni 10 m² dell’area del negozio in cui accede il pubblico, così come dovranno essere installati dispositivi di protezione in plexiglass, forniti disinfettanti all’ingresso e mascherine protettive ai clienti se si intratterranno per una consulenza. Tra l’attuale certezza delle regole e l’incertezza del futuro, il vecchio adagio viene ancora una volta smentito: un mal comune non è mai mezzo gaudio. A qualsiasi latitudine.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.