L’esame della vista

Verona, 13 marzo 2005; Chievo-Juventus

Una sera, qualche anno fa, stavamo cercando un luogo sulla mappa di una città. La via era illuminata ma non riuscivamo a leggere i nomi delle strade. Più avvicinavamo il foglio all’occhio meno le parole diventavano leggibili. Al contrario, chi ci accompagnava non sembrava avere alcun problema. Per farla breve, in quegli attimi abbiamo scoperto di essere entrati nell’universo della presbiopia. Così è la vita. È una condizione non affatto insolita a partire dai 40 anni d’età. Nel nostro caso, si è manifestata puntuale come un orologio svizzero. A vantaggio dei teenager che dovessero capitare su queste pagine, si tratta di un disturbo della vista, caratterizzato dalla perdita graduale, progressiva e irreversibile, della capacità di mettere a fuoco da vicino. L’aspetto positivo è che se è vero che l’appannamento della vista e un senso di stanchezza oculare implica una perdita progressiva della capacità di mettere a fuoco a breve distanza, oggetti e scritte a lunga distanza restano perfettamente visibili. A dirla tutta, nel marzo 2005 il problema non si pone. Ci vediamo ancora benissimo e alla partita non necessitiamo di occhiali per leggere le formazioni delle squadre, al di là del fatto che i giocatori di Chievo e Juve sono tutti facilmente riconoscibili.

La partita è interessante e delicata. Il Chievo è arrabbiatissimo. Sette giorni prima ha perso a Genova contro la Sampdoria un match in cui, letteralmente, la direzione della gara non piace per niente ai gialloblù. A tal punto da far infuriare anche il presidente Campedelli, solitamente mite e contenuto di fronte ai cosiddetti torti arbitrali. Stavolta l’ostacolo da superare da D’Anna e compagni è ancora più arduo. Di fronte si trovano la Juventus capolista in co-abitazione col Milan, in un campionato in cui le polemiche sono all’ordine del giorno. Sono gli anni della Triade e di duelli rusticani tra le big, dentro e fuori dal campo. In una serata freddina, la formazione di Fabio Capello parte all’attacco ma viene respinta e riattaccata dalla formazione di Mario Beretta, gagliarda e in serata decisamente sì. A tal punto da meritare di passare in vantaggio. Anzi, passa in vantaggio. Cioè, no.

Ricapitoliamo: a inizio ripresa il Chievo passa al 4-4-2 e diventa ancor più aggressivo. Al quinto di gioco, Pellissier sguscia da destra verso l’area di rigore. Controllo e tiro che Buffon può solo vedere passare. La sfera si stampa sulla traversa e poi rimbalza dentro la porta di circa un metro. Gol. Esulta la parte di stadio che tifa per i gialloblù. Sarà la minoranza dei quasi trentamila dal Bentegodi ma il boato si sente forte. I giocatori si fermano, ma il gioco, così dice l’arbitro, continua. Il pallone, dopo aver oltrepassato la linea, rimbalza ancora nel legno della traversa e esce. Il guardalinee di destra – Papi – fa segno che non è gol. “Non è gol? Come?” Ci chiediamo perplessi con Marco Sancassani, al nostro fianco nella fila in basso a destra della nostra postazione in tribuna stampa. Entrambi ci vediamo – ancora, almeno per chi scrive – benissimo e a occhio nudo abbiamo visto il pallone entrare in porta, superare la linea bianca. Non abbiamo dubbi e siamo in buona e numerosa compagnia. Purtroppo senza Var né tecnologia a supporto, gli unici due a non condividere il nostro punto di vista – letteralmente – sono quelli che devono decidere: l’arbitro Paparesta e il suo collaboratore, Papi. Inutile protestare: per loro la palla non è entrata. Pellissier è una furia ma deve rassegnarsi. A cambiare il corso della gara invece ci penseranno, nel finale, Ibrahimovic e Olivera. I due neo entrati confezionano l’arruffata rete del vantaggio bianconero in chiusura di gara. Nessun dubbio sulla validità del gol, peraltro. Servirà però a poco: lo scudetto della Juve sarà revocato, senza la necessità di un’esame delle diottrie per intuire il perché.

Chievo 0-1 Juventus

Marcatore: Olivera 42

Chievo: Marchegiani; Potenza, D’Anna, Mandelli, Lanna; Luciano, Sammarco, Baronio (Brighi 87), Semioli (Franceschini 76); Zanchetta (Cossato 46); Pellissier. All: Beretta

Juventus: Buffon, Zebina, Thuram, Cannavaro, Zambrotta; Camoranesi, Emerson, Blasi; Zalayeta, Trezeguet (Ibrahimovic 59), Del Piero (Olivera 76). All: Capello.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.