L’eredità impossibile

Genova, 28 febbraio 1993, Genoa-Lazio

Niente champagne. Dopo dodici partite, l’esperienza di Gigi Maifredi sulla panchina del Grifone evapora come era iniziata. Identica sorte e durata del predecessore, Bruno Giorgi. La sensazione è che entrambi paghino la sfortuna di aver avuto Osvaldo Bagnoli come predecessore. Come Giorgi, l’ex allenatore di Bologna e Juventus viene allontanato a furor di popolo dalla panchina del Genoa.

Sì sa, l’italiano è un popolo un po’ infantile. Passionale e umorale, strilla tanto per poco e poi si accontenta di altrettanto. Tranne che nel calcio. Così, alla lunga, a Maifredi non basta presentarsi con la sciarpa rossoblù al collo a Marassi. Come per il povero Giorgi, un 2-3 casalingo gli è fatale. Anche se un po’ il buon Gigi ci mette del suo: con la squadra senza alcuni titolari, in Genoa-Lazio rimescola le carte presentando van’t Schip con la maglia numero due che attira l’attenzione del pubblico. In una sorta di casino organizzato, il Grifone però parte benissimo. Dopo una ventina di minuti, su punizione Branco spara in porta e Padovano piazza in rete la ribattuta di Orsi. Un minuto dopo, disimpegno laziale sbagliato e Skuhravy raddoppia. Si festeggia, pure con gusto. Anche dove ci troviamo – curiosamente: siamo in tribuna superiore, settore popolato da tifosi più tiepidi rispetto a quelli dei distinti, meno ricchi rispetto a quelli del piano di sotto ma comunque benestanti. Più lontana dal campo ma col vero vantaggio, almeno rispetto a chi sta di fronte, di essere sempre all’ombra.

Ombra o non ombra – a dire il vero sta piovendo – comunque sia le tenebre calano velocemente su Marassi, anche in senso meno letterale. Piano piano cresce la Lazio, anche se, dopo il gol del 2-1 di Riedle, i padroni di casa buttano via un paio di match-ball. Gli uomini di Dino Zoff nella ripresa mettono la freccia, nonostante l’espulsione di Gascoigne. Il Genoa paga soprattutto l’assenza dei due pilastri della difesa, Signorini e Torrente, che alla lunga si fa sentire. Al pubblico però non interessa che Maifredi ne abbia dovuto fare a meno: guarda il tabellone e al quarantunesimo minuto del secondo tempo legge che il Genoa perde. E ripensa al biennio di Bagnoli. Col sottofondo delle invettive verso il tecnico, dalla Gradinata Nord qualcuno cerca addirittura di invadere il campo. Anche se lo stipendio sarà stato sicuramente diverso, fossimo stati in Maifredi, almeno in quei minuti avremmo rimpianto il lavoro di rappresentante della Veuve Clicquot Ponsardin. Poi tutto passa.

Paolo Sacchi

Genoa 2-3 Lazio

Marcatori: Padovano 23, Skuhravy 24, Riedle 26, Signori (rig) 69, Riedle 86.

Genoa: Spagnulo, van’t Schip, Caricola, Panucci, Fortunato, Branco, Ruotolo, Bortolazzi, Padovano (Arco 81), Skuhravy, Fiorin (Onorati 88). All: Maifredi.

Lazio: Orsi, Corino (Gregucci 46), Favalli, Bacci, Luzardi, Cravero, Fuser, Winter, Riedle, Gascoigne, Signori (Sclosa 87). All: Zoff.

Pubblicato da Paolo Sacchi

Nato a Genova, ha scoperto quasi subito che le Scienze Politiche non facevano per lui. Viaggiatore e calciofilo, già ufficio stampa, come giornalista collabora con diverse testate cartacee, web e radiofoniche e da anni racconta dal vivo in diretta alla radio le partite del ChievoVerona. Esperto di turismo e di sport britannici, è felice di dover rifare spesso il suo bagaglio a mano.