C’è poco da ridere sulla tensione tra Russia e Ucraina. Una questione che, almeno a me, con una buona dose d’ironia, ha riportato alla mente uno spot pubblicitario d’inizio anni Novanta, girato qualche anno dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Per promuovere l’Atlante Geografico del Corriere della Sera e dunque enfatizzare i cambiamenti geografici di quegli anni per stimolare l’acquisto di mappe aggiornate, geniali sceneggiatori avevano individuato un soggetto strepitoso. Il simpatico spot, che si rifaceva ad un episodio realmente accaduto (un astronauta della stazione MIR fu confinato in orbita per oltre sette mesi), raccontava il ritorno sulla Terra di un cosmonauta (ex) sovietico che, a causa del suo lungo viaggio nello spazio, si era perso gli avvenimenti che avevano trasformato e cancellato l’Urss.
Una trovata che giocava sul sentimento patriottico dei russi e una certa insofferenza verso di loro da parte dei vicini di casa ucraini. La morale? Il fascino degli atlanti geografici non è cambiato col tempo, che alcune pubblicità sono dei capolavori e che, in fondo, la storia non è quasi mai maestra di vita, come alcuni sostengono.