Si dice che la concorrenza sia l’anima del commercio. Vale per il mondo del turismo come per qualsiasi altro settore. Quando è leale e al riparo da situazioni di monopolio produce effetti benefici su domanda e offerta, su aziende e consumatori. Il paradosso è che, in un momento di grande difficoltà come quello che stiamo attraversando, solo la solidarietà tra chi di solito lotta per guadagnare sull’altro quote di mercato può aiutare la ripartenza e, in qualche misura, far uscire il proprio comparto dalla crisi.
La cultura l’associazionismo in Italia – in ogni campo – a volte è sembrata rispondere a esigenze d’immagine più che di reale aggregazione. Sarà che stavolta prevale il pragmatismo piuttosto che lo sbigottimento e la paura per il domani, sarà per un rinvigorito e autentico senso di appartenenza ad una categoria spesso trascurata sul piano economico e professionale dalle istituzioni, comunque sia la sensazione è che finalmente nel mondo del turismo organizzato ci si trova tutti dalla stessa parte. Con l’obiettivo virtuoso, di tornare presto ad essere concorrenti ma forse con la consapevolezza, ora più che mai, che alla “mors tua” non coincide quasi mai la “vita mea“. E viceversa.